PIEMONTE: REGIONE ADOTTA IL COMPLEMENTO DI SVILUPPO RURALE 2023-2027 DA 756 MILIONI

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“in attuazione del piano strategico nazionale della politica agricola comune (pac) la giunta regionale ha adottato oggi il ‘complemento di sviluppo rurale (csr) 2023-2027 della regione piemonte’, il documento, che esplicita la strategia regionale per lo sviluppo rurale del piemonte e potra’ contare su una dotazione finanziaria di 756 milioni di euro complessivi per il periodo 2023-2027”, informa un comunicato stampa della regione piemonte. “meno burocrazia sara’ la parola chiave e la priorita’ per questa nuova programmazione, perche’ per fare in modo che le risorse producano gli effetti necessari e’ fondamentale potervi accedere in modo piu’ facile e veloce” sottolinea il presidente della regione piemonte alberto CIRIO. “l’adozione del complemento di sviluppo rurale del piemonte, definito dalla regione sulla base delle esigenze e delle priorita’ espresse dal mondo rurale e’ un passaggio fondamentale per poter attivare tra aprile e giugno 2023 i primi bandi a sostegno dei soggetti del nostro territorio dando cosi’ una continuita’ con la precedente programmazione del programma di sviluppo rurale 2014-2022”, dichiara l’assessore regionale all’agricoltura, cibo, caccia e pesca marco PROTOPAPA. “la nuova programmazione” prosegue il comunicato “punta alla sostenibilita’ ambientale, in linea con le strategie dell’agenda 2030, del green deal e di farm to fork, e la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. gli interventi sono rivolti prioritariamente a salvaguardare i livelli di produzione minacciati dal cambiamento climatico, in particolare dalla siccita’, alla tutela della risorsa idrica, alla produzione di energia da fonti rinnovabili ed al benessere animale. incentiva le produzioni da agricoltura integrata, biologica e di precisione; e le attivita’ rivolte a favorire l’innovazione in agricoltura e i processi di digitalizzazione nei settori agricolo, forestale e agroalimentare. inoltre prosegue il sostegno ai giovani agricoltori e alle aziende in aree svantaggiate, come quelle in aree montane”.