IL 3/3 ASSEMBLEA DI CONFAGRICOLTURA BRESCIA CON GIANSANTI, GARBELLI, VENIER, ZAVATTA

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il 3 marzo al brixia forum torna in presenza l’assemblea generale di confagricoltura brescia. il titolo scelto e’ “sostenibilita’, identita’, innovazione. il nostro impegno per un sii”: dopo la parte privata per l’approvazione del bilancio, seguira’ alle 17.30 la sezione pubblica, con la relazione del presidente di confagricoltura brescia giovanni GARBELLI, gli interventi, tra gli altri, di stefano VENIER amministratore delegato di snam e di gloria ZAVATTA della fondazione milano cortina 2026. le conclusioni saranno tratte dal presidente nazionale di confagricoltura massimiliano GIANSANTI. nel volume che ogni anno confagricoltura brescia realizza analizzando i risultati economici dei vari comparti agricoli della provincia si evince che la produzione lorda vendibile dell’agricoltura bresciana sfonda i 2 miliardi di euro nel 2022. con una crescita, sul 2021, del venti per cento. un risultato sulla carta strabiliante, un fiume in piena composto da tanti rivoli in crescita come la produzione di latte e i prezzi alla stalla, le quotazioni medie dei cereali e i vigneti. nella realta’ effettiva delle cose purtroppo non e’ affatto cosi’, perche’, guardando al rapporto tra costi e ricavi, il settore primario non ha conquistato quote di valore aggiunto e maggiore redditivita’, tutt’altro. le cause sono note: l’esplosione dei costi di produzione e l’inflazione (piu’ 8,7 per cento di media annua). il motore trainante dell’economia agricola bresciana resta, come sempre, la zootecnia da latte, che registra l’ennesimo record produttivo, avvicinandosi ai 17 milioni di quintali annui per un patrimonio zootecnico che supera i 345 mila capi, ponendosi in controtendenza rispetto al dato nazionale e nonostante l’estate torrida, che ha pesato anche nelle stalle. il prezzo del latte e’ passato dai 40 centesimi al litro d’inizio anno ai 60 del dicembre 2022. unico segnale in controtendenza e’ la suinicoltura, con un meno dieci per cento di capi registrati a fine anno (1,17 milioni nel 2022) e difficolta’ sempre crescenti, per il rally dei costi e una remunerazione al macello che e’ stata di poco sopra il 19 per cento rispetto all’anno precedente. segno piu’ invece per l’avicoltura bresciana che, nonostante le difficolta’ dovute all’aviaria, ha visto i listini dei prezzi salire piu’ di altri settori zootecnici (sono andati bene soprattutto ovaiole e polli da carne). i costi del comparto zootecnico, complice anche l’estate torrida, sono raddoppiati: l’energia e’ aumentata quasi sette volte, i carburanti del 43 per cento, i concimi azotati del 50. passando dall’allevamento ai seminativi, i cereali hanno registrato quotazioni medie ai massimi da decenni, con i bilanci delle aziende agricole che hanno dovuto pero’ fare i conti, anche qui, con le spese di coltivazione e le rese, soprattutto per il mais, falcidiate dal troppo caldo per gran parte della stagione, dall’assenza di acqua e dai costi energetici all’insu’ anche dell’80 per cento rispetto al 2021. note positive da viticoltura e olivicoltura bresciana: i vigneti delle denominazioni piu’ dinamiche, come lugana e franciacorta, crescono e i dati dell’uva hanno valori positivi (spiccano le vigne franciacortine, che segnano un piu’ 18 per cento sul 2021). l’olio vede finalmente un’annata nella media per la produzione e ottima per la qualita’, dopo un 2021 senza raccolto. nel 2022 sembra essersi finalmente fermato il calo di imprese agricole: sono solo dodici in meno rispetto al 2021 (9.575 contro le 9.587), quando negli ultimi anni la discesa era a anche a tripla cifra (meno 142 nel 2020 e 132 nel 2019, per un totale nel decennio di oltre mille unita’ in meno). dato che conferma il rallentamento del processo di uscita delle aziende extramarginali e il consolidamento delle dinamiche di ricambio, suffragando cosi’ la natura largamente professionale dell’imprenditoria agricola bresciana. il comune con piu’ realta’ agricole e’ montichiari, con 334, seguono brescia, chiari, ghedi e lonato. allarma come sempre il dato della montagna, dove l’agricoltura professionale e’ ridotta al lumicino. “negli ultimi anni troppi fattori hanno travolto il nostro mondo: la variabile climatica, la pandemia, la guerra russo-ucraina. in un quadro incerto, dove resta centrale la sicurezza alimentare, stiamo affrontando grandi sfide, che gia’ oggi ci chiedono di produrre sempre piu’ attraverso l’intensificazione sostenibile e le nuove tecnologie, i rapporti di filiera, per aumentare la capacita’ di fornire cibo, la transizione energetica ed ecologica. nonostante questi cambiamenti e tutte le difficolta’ che ne conseguono, le nostre aziende si stanno dimostrando ancora una volta all’altezza. l’intensificazione sostenibile, che i nostri allevamenti gia’ attuano, e’ una strategia in grado di far crescere le produzioni riducendo in parallelo gli impatti ambientali dei processi agricoli: e’ questa la nostra scelta. guardando all’ultimo anno, sul tavolo si sono aperte questioni che abbiamo il dovere d’affrontare al piu’ presto, come l’acqua e la necessita’ di avere una pianificazione concreta. la creazione di un sistema agricolo piu’ resiliente, sostenibile e sicuro e’ oggi vitale e improcrastinabile. noi abbiamo le idee chiare sul piano da portare avanti, ovvero un’agricoltura sempre piu’ innovativa, aperta, che non ha paura del mercato, che deve proteggere il made in italy e saperlo raccontare. dove le parole chiave sono innovazione e sostenibilita’ e al centro l’identita’. e’ questa l’agricoltura del domani, quella che insieme vogliamo costruire”, ha detto il presidente di confagricoltura brescia giovanni GARBELLI.