“LE FIGARO”: PENSARE LA VITICOLTURA DIVERSAMENTE

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stephane REYNAUD ha incontrato, per “le figaro”, matthieu DUBERNET, viticoltore e ricercatore, che propone una visione causatica del mondo del vino. a suo avviso, infatti, il distinguo tra cultura bio e convenzionale e’ sorpassato e il futuro passa dal suolo, l’irrigazione e il sequestro di carbonio. le tecniche enologiche da sole – afferma – non bastano a correggere le modifiche che comportano i cambiamenti climatici e per questo ha creato un nuovo mestiere, quello di “nutrizionista della vigna”. “ricordo che la vita nel suolo e’ il punto di partenza della catena ecologica, il primo fornitore della qualita’ del vino e della produttivita’. lo strato di humus che misura dai 30 ai 40 cm di spessore e’ fondamentale. quando il suolo e’ vivo e attivo, si fanno dei vini speciali, naturalmente equilibrati”, afferma DUBERNET, passando a spiegare come la presenza o l’assenza di alcuni minerali nel suolo, quali ferro o fosforo, possano modificare il vino prodotto. il fosforo e’ legato “al tenore in funghi del suolo” per cui “non daremo piu’ i fertilizzanti alla vigna, ma ai funghi”, aggiunge. “dobbiamo avere una visione colturale della piante e dell’insieme dell’ecosistema. e’ un approccio alla vigna che definisco olistico”. DUBERNET e’ anche un acceso difensore dell’irrigazione e cosi’ la sua visione non comporta diminuzione della produzione, anzi, per cui seduce numerosi viticoltori e agricoltori. tanto piu’ che permette anche di sequestrare carbonio ad un tasso maggiore rispetto alle lavorazioni normali, assicura.