COLDIRETTI E CAMPAGNA AMICA, PRIMATI MADE IN TUSCANY DIPENDONO DA MANODOPERA STRANIERA

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quasi un’azienda agricola su due (41%) si trova o si e’ trovata in carenza di manodopera mentre il 53% fa ricorso ai lavoratori stranieri soprattutto nel periodo primaverile ed estivo, con contratti stagionali principalmente per il lavoro nei campi, per la gestione dell’allevamento e la pulizia degli stabili (manutenzioni), affermano in un comunicato coldiretti toscana e fondazione campagna amica sulla base dell’indagine conoscitiva da loro realizzata su “gli immigrati e l’agricoltura nella regione toscana”, che ha come finalita’ quella di analizzare i fabbisogni aziendali allo scopo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoratori stranieri. secondo l’indagine, la ragione della crescente richiesta di manodopera straniera e’ da ricercare nella maggiore disponibilita’a’ e flessibilita’ rispetto agli italiani a lavorare all’aperto e nei giorni festivi e weekend garantendo in questo modo risposte puntuali ai fabbisogni aziendali. il ruolo dei lavoratori stranieri, 24 mila in toscana pari al 42% del totale, e’ diventato sempre di piu’ indispensabile per la crescita del settore primario e per la produzione di molte delle eccellenze del made in tuscany, continua il comunicato che sottolinea, pero’, come burocrazia, normative poco chiare e la lingua siano scogli che spesso non aiutano il percorso di legalita’ e di integrazione. tra i dati raccolti, emerge che le aziende di grandi dimensioni sono quelle che hanno fatto o fanno ricorso di manodopera straniera con il 50% di imprese con stranieri sopra i 21 ettari. la durata del rapporto di lavoro per le aziende che hanno fatto ricorso a manodopera non italiana e’ di almeno 6 mesi nel 44% dei casi, tra 3 e 6 mesi nel 31%, tra 1 e 3 mesi nell’11%; meno di un mese per l’8%, aggiunge il comunicato.