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“l’alleanza delle cooperative italiane pesca, in vista delle prossime elezioni, ha inviato un documento a tutte le forze politiche coinvolte nella competizione elettorale per indicare le priorita’ del settore da inserire nella prossima agenda di governo”, informa un comunicato. in particolare – continua il comunicato – l’alleanza chiede un “contrasto al caro bollette e piu’ voce in europa per porre un freno alla riduzione dello sforzo di pesca. ma anche un ministero del mare che metta assieme tutte le competenze che ruotano attorno al mare, in grado di dare piu’ dignita’, maggiore peso politico e piu’ efficace forza amministrativa all’economia blu”. “il forte incremento dei costi – afferma l’alleanza- mette a dura prova la tenuta economica di moltissime imprese di pesca, che a fatica si stavano riprendendo dalla pandemia. occorre un’ azione governativa energica per contrastare la corsa dei prezzi ma anche una maggiore tutela del settore da parte dell’ italia nei tavoli europei. secondo la cooperazione – aggiunge il comunicato -, tra i problemi principali oggi c’e’, proprio, quello della politica di riduzione dello sforzo di pesca, che taglia le giornate di lavoro in mare, per il comparto dello strascico, gia’ fortemente penalizzato dall’aumento del costo del carburante. una riduzione con tagli gia’ attuati del 20%, e che rischia di essere raddoppiata nei prossimi due anni, prevista per il mediterraneo occidentale (in italia da imperia a trapani, sardegna inclusa) dal reg. (ue) n. 2019/1022. la stessa politica di riduzione viene imposta dalla commissione europea anche in adriatico e ionio, sulla base della valutazione delle risorse e delle raccomandazioni della commissione generale della pesca del mediterraneo della fao, strozzando quasi del tutto il confronto con gli stakeholder e con il parlamento europeo attraverso scorciatoie procedurali – sottolinea l’alleanza -. e secondo un’indagine condotta dall’alleanza delle cooperative italiane, la continua riduzione di giorni di pesca annui erodera’ entro i prossimi 18/24 mesi quasi del tutto i margini di redditivita’ del settore (attrezzi da traino come lo strascico) che produce la maggior parte dell’ offerta ittica nazionale. a rischio 9 imprese su 10. per sostenere e rilanciare il comparto – secondo la cooperazione – e’ necessario, invece, rendere piu’ sicuro e meno faticoso il lavoro a bordo, puntando sul rinnovo della flotta peschereccia che ha un’eta’ media di oltre 31 anni. sono necessari incentivi per gli acquisti di nuove imbarcazioni piu’ moderne e ecosostenibili – sollecita la cooperazione, preoccupata anche dal difficile ricambio generazionale -. per questo l’alleanza chiede di inserire la professione del pescatore tra i lavori usuranti allo scopo di rendere possibile l’uscita anticipata dei lavoratori. si’ allo sviluppo dell’apprendistato, della qualificazione professionale e della formazione continua ma anche dando luce ad una riforma dei titoli professionali marittimi per la pesca, invocata da tempo. un netto no, invece, alla revisione europea della direttiva sull’energia che potrebbe mettere a rischio le esenzioni delle accise per il carburante utilizzato dalla pesca”, conclude il comunicato.