COW IS VEG, COLDIRETTI E ASSOCARNI DANNO BATTAGLIA CONTRO LA GUERRA ALLA CARNE

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il presidente di assocarni luigi SCORDAMAGLIA ed il presidente della coldiretti ettore PRANDINI hanno introdotto oggi i lavori del simposio scientifico internazionale “cow is veg” che le due associazioni hanno promosso per discutere del ruolo dei ruminanti in una dieta alimentare equilibrata. “l’europa pensa di poter smantellare la propria produzione bovina e poi dipendere per i suoi bisogni alimentari dal resto del mondo”, ha osservato il presidente di assocarni che ha sostenuto come l’europa in realta’ non voglia una vera transizione ecologica ma si basi su presupposti ideologici che ignorano che il settore zootecnico in realta’ assorbe emissioni. la strategia del commissario frans TIMMERMANS, vicepresidente esecutivo per il green deal europeo, – ha ribadito SCORDAMAGLIA – ha come obiettivo di produrre carne e latte senza stalle ma “fortunatamente il mondo va in una direzione diversa perche’, se l’offerta di carne diminuisce, cresce invece la domanda”, ha sottolineato il presidente di assocarni, orgoglioso del fatto che in una regione come la sardegna i giovani riscoprono gli allevamenti. SCORDAMAGLIA ha ricordato che, per la zootecnia con la nuova pac e’ stata fatta una scelta coraggiosa che premia il fatto che gli allevamenti italiani sono “knowledge intensive”. tuttavia – ha precisato – il comparto dagli anni ’60 ad oggi ha visto crollare drasticamente il numero dei suoi allevamenti, registrando un calo del 91%. “oggi in Italia – ha precisato SCORDAMAGLIA – mangiamo 8,54 chili di carne bovina pro capite all’anno; sono questi infatti i consumi reali, cioe’ quelli valutati al netto delle parti non edibili (ossa, cartilagini e grasso)”. un valore vicino alla quantita’ di carne che si mangiava nei primi anni ’60 e ben lontano dai quasi 14 chili a persona del boom economico. il presidente di coldiretti ettore PRANDINI ha ringraziato sia assocarni sia la stessa coldiretti per aver deciso di fare guerra alla retorica anti-carne, basata su una ben precisa disinformazione. “dobbiamo lavorare per dare la giusta informazione alla politica e ai cittadini per contrastare personaggi che rappresentano interessi economici precisi, come il commissario TIMMERMANS. le nuove norme sugli allevamenti anche di dimensioni ridotte sono foriere di un impatto burocratico insostenibile per molte aziende, ha avvertito il presidente di coldiretti. secondo PRANDINI per contrastare la disinformazione e’ necessaria “un’alleanza a livello europeo” che evidenzi che la zootecnia italiana rappresenta non piu’ del 5% delle emissioni che, con l’utilizzo dei fondi del pnrr, puo’ essere abbassata con la trasformazione delle emissioni in biogas e biometano. e’ una vittoria della coldiretti se dopo 10 anni di battaglie vi e’ stata l’equiparazione ai concimi del digestato, ha aggiunto PRANDINI. “quando nell’unione europea qualcosa si muove non e’ a caso”, ha osservato il presidente di coldiretti, sostenendo che atteggiamenti virtuosi mascherano in realta’ il tentativo di portare il cibo sintetico sulle tavole di tutto il mondo con una dieta universale che impatta sull’ambiente con emissioni derivanti dai bioreattori che trasformano le cellule prelevate dagli animali che danno vita al prodotto sintetico. inoltre un’alimentazione sbagliata avra’ un impatto sulla salute dei cittadini e sui costi della sanita’. “mai come in questo momento bisogna essere uniti contro un mondo di desolazione”, ha detto PRANDINI che ha ribadito come l’italia, piu’ che piangere sulle scelte comunitarie fatte, debba essere essere proattiva nel momento della stesura dei regolamenti comunitari. “tutti insieme nella filiera dobbiamo lanciare una sfida basata su dati scientifici per riuscire a difendere un settore di cui il paese non puo’ fare a meno”, ha concluso PRANDINI. il vicedirettore della fao maurizio MARTINA con un videomessaggio da il cairo ha dato il suo sostegno all’iniziativa. “il settore dell’allevamento bovino in Italia e’ gia’ net zero per quel che riguarda i gas climalteranti” ha detto Giuseppe PULINA, ordinario di etica e sostenibilita’ delle produzioni animali all’universita’ di sassari. “dobbiamo cominciare a guardare a questa filiera come parte integrante di un’economia circolare, in un’ottica di bilancio di emissioni”, ha aggiunto. “addirittura con le nuove metriche (gwp*), il saldo dell’allevamento bovino e’ in negativo: il settore, cioe’, ha contribuito maggiormente al sequestro che all’emissione”, ha ribadito. “ecco perche’ pensare di imporre arbitrariamente e senza studi accurati politiche per ridurre i capi di bestiame degli allevamenti bovini in italia non solo sarebbe nocivo dal punto di vista economico e sociale ma, come dimostrano questi dati recenti, anche controproducente dal punto di vista ambientale”, ha concluso. l’europarlamentare ppe salvatore DE MEO, componente della comagri, ha ribadito che “negli ultimi anni si e’ fatto strada, anche a livello comunitario, un ambientalismo troppo ideologico… purtroppo, anche la carne rossa e’ al centro di questa campagna di demonizzazione… in questa confusione perdono importanza le basi scientifiche delle ricerche. in un momento in cui le aziende agricole sono in seria difficolta’ e la sicurezza alimentare europea e’ a rischio, l’europa non puo’ permettersi politiche approssimative che mettono ancora piu’ in difficolta’ il settore agroalimentare”. sono inoltre intervenuti nella sezione delle relazioni scientifiche: anne MOTTET – livestock development officer, fao; frank MITLOEHNER – professore e air quality extension specialist, uc davis usa; miki BEN-DOR – ricercatore in nutrizione e diete ancestrali, dipartimento di archeologia, tel aviv university; frederic LEROY – professore nel campo della scienza dell’alimentazione, vrije universiteit brussel.