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“con la crisi energetica e’ boom per l’agricoltura biologica che consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in italia, il massimo di sempre”, sostiene un’ analisi coldiretti diffusa in occasione dell’inaugurazione del sana. “grazie anche al primato nel biologico l’agricoltura italiana e’ oggi la piu’ green d’europa con un ruolo da protagonista per la crescita sostenibile del paese”, afferma il presidente ettore PRANDINI che ricorda come il settore bio vanti ancora ‘ampie opportunita’ di crescita economica ed occupazionale”. “il biologico sta gia’ dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilita’ economica ambientale e sociale; e’ necessario pero’ ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di piu’ garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”, ha dichiarato maria letizia GARDONI presidente di coldiretti bio, l’associazione che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche di coldiretti. le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio per sostenere il piano di riduzione del fabbisogno energetico sono protagoniste dello stand dell’organizzazione (padiglione, 30 stand c/21) . si va dall’uso di sostanze naturali e 100% made in italy per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170%, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. in questo modo – secondo coldiretti – “si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%. “i concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’italia – ricorda coldiretti – e’ dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. l’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) e’ dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura bio, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere piu’ fertili i suoli”. “concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce cosi’ la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva coldiretti – e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori”. “il risultato e’ che mai cosi’ tanti ettari sono stati coltivati a biologico in italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni e’ praticamente raddoppiata (+99%)”, secondo l’analisi coldiretti su dati ismea. “i terreni bio rappresentano cosi’ 17,4% delle campagne del paese quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia ue per il cibo ‘farm to fork’, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. ed e’ boom anche di imprese agroalimentare biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in piu’ in un decennio, dando all’italia il primato europeo per numero di aziende”, sottolinea l’organizzazione. “un successo trainato dalla fiducia dei consumatori con 1 italiano su 5 che – secondo coldiretti/ixe’ – consuma regolarmente prodotti bio. una spinta sostenuta soprattutto da motivi salutistici, ma molto importanti nella scelta di acquisto, il territorio di origine e le garanzie della certificazione. e’ chiara la necessita’ di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine made in italy della materia prima agricola, come peraltro previsto nella legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in parlamento e della quale si e’ in attesa della piena applicazione”. “il biologico si inserisce a pieno titolo nel modello dell’agroalimentare made in italy sostenuto da coldiretti, gia’ fortemente caratterizzato per l’attenzione alla qualita’, alla salute dei consumatori e alla tutela dell’ambiente. temi e obiettivi che, proprio nel biologico, trovano la loro piena definizione. le aziende biologiche – continua coldiretti – rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione della nostra agricoltura e molte di queste sono presenti negli oltre mille mercati di campagna amica diffusi in tutto il territorio nazionale, producono in biologico molte delle eccellenze dop e igp del nostro paese e costituiscono una vera e propria rete di sostenibilita”.