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si e’ tenuta questa mattina a villa miani a roma l’assemblea di confagricoltura. vi hanno preso parte, insieme al presidente massimiliano GIANSANTI, il ministro dell’agricoltura stefano PATUANELLI, il presidente della commissione affari costituzionali del parlamento europeo antonio TAJANI, il vicedirettore della fao maurizio MARTINA, il presidente dell’istituto affari internazionali ferdinando NELLI FEROCI, il direttore senior del dipartimento economia di bankitalia francesco ZOLLINO. tra gli ospiti i rappresentanti di istituzioni e corpi intermedi, tra cui i presidenti della commissione agricoltura della camera filippo GALLINELLA (ipf), di ismea angelo FRASCARELLI, della cia cristiano FINI, della copagri franco VERRASCINA, i segretari generali di fai onofrio ROTA, uila stefano MANTEGAZZA, flai giovanni MININNI; il vicepresidente dell’alleanza delle cooperative agroalimentari gianpaolo BUONFIGLIO, il direttore generale anbi massimo GARGANO. l’assemblea si e’ aperta con un confronto tra il ministro PATUANELLI e GIANSANTI. quest’ultimo ha chiesto al ministro un tavolo con i maggiori esponenti della filiera per costruire un modello agroalimentare che interrompa la guerra fratricida fra le varie componenti e che sia utile anche per supportare la posizione italiana nel g7. PATUANELLI, sollecitato da GIANSANTI sul tema delle risorse idriche, ha insistito sul concetto del mettere in campo capacita’ di fare con risorse adeguate e di un nuovo ruolo della pubblica amministrazione. il presidente di confagricoltura ha piu’ volte sottolineato la sproporzione tra l’apporto che il settore agricolo da’ all’economia e l’attenzione che riceve dal governo chiedendosi: “oggi DRAGHI incontra sindacati ma quando ascoltera’ l’agricoltura? e aggiungendo: “chiediamo responsabilita’ alle forze politiche, anche nei confronti delle scelte della commissione VON DER LEYEN”. le critiche di confagricoltura alla politica della commissione europea sono state raccolte sia da PATUANELLI sul fronte dei limiti alla produzione di agronergie sia da TAJANI, che ha rassicurato la platea spiegando che come ppe “ci stiamo battendo per una politica ambientale europea a misura dell’economia reale fatta di agricoltura e industria”. sulla politica agricola comune anche alla luce della crisi generata dalla pandemia e dalla guerra in ucraina si e’ sviluppato un confronto tra GIANSANTI e MARTINA, con il primo che ha affermato che gli “ultimi 40 anni di politica agricola in europa sono stati un disastro” e il secondo che ha replicato che quando si analizza il modello europeo, al netto di tutte le critiche possibili, bisogna fare attenzione a non buttare il bambino con l’acqua sporca. la posizione e’ stata condivisa da NELLI FEROCI, che ha fatto presente come “l’ue abbia dimostrato compattezza in diverse fasi critiche: dalla crisi finanziaria del 2008, alla gestione della brexit, fino alla pandemia da covid-19 e oggi all’aggressione russa in ucraina. questa compattezza – ha aggiunto l’ambasciatore NELLI FEROCI – deve essere mantenuta”. per ZOLLINO “le basi che consentono a un paese di superare una fase difficile come questa sono due: credibilita’ e stabilita’ di bilancio. istituzioni nazionali ed europee oggi sono impegnate nella gestione dell’inflazione e degli effetti che ha sulla capacita’ di spesa e sul reddito dei cittadini”. MARTINA da parte sua ha anche puntualizzato come il governo abbia “messo a fuoco” il tema del rischio di carenza di materie prime e della carestia ma che non serve “un’europa autarchica perche’ abbiamo bisogno di interdipendenza”. tuttavia MARTINA ha riconosciuto che le pressanti sollecitazioni del presidente della confagricoltura affinche’ l’europa si attivi sulle nuove tecnologie genetiche sono cosi’ condivisibili da giustificare finanche una procedura d’infrazione europea. GIANSANTI ha insistito ancora sulla politica agricola comune che – a suo giudizio – “deve fare distinzione tra grandi e piccole aziende per rendere possibili interventi mirati che possano aiutare le imprese nella produzione, altrimenti il rischio e’ che altri paesi ci rubino importanti fette di mercato”. “gli ultimi 40 anni di politica agricola europea – ha continuato GIANSANTI – hanno modificato la pac da politica economica a politica sociale. eppure l’agricoltura e’ un settore performante, nonostante i dati istat riportino un calo del numero di aziende del 50% negli ultimi anni. ma le imprese che rimangono sul mercato sono quelle piu’ strutturate, anche perche’ aumenta la dimensione media. il nostro appello e’ a non stare fermi, a non sprecare ulteriore tempo, perche’ la strada e’ in salita”. “il forte aumento dell’inflazione e dei costi di produzione, oltre all’inevitabile rialzo dei tassi di interesse, rischiano di innescare una fase recessiva, bloccando cosi’ la ripresa economica avviata lo scorso anno”, ha aggiunto GIANSANTI, che ha aggiunto: “credo nell’europa ma in un’europa di regole equanimi a partire dal costo dell’energia e del lavoro”. infine, concludendo la parte pubblica dell’assemblea, GIANSANTI si e’ detto convinto che in questo momento serva coraggio per comprendere che la finanza sta influenzando i quattro trader del grano che operano nel mondo condizionando lo scambio di cibo, con il rischio di un default finanziario.