L’INTERVENTO DI DRAGHI ALLA RIUNIONE OCSE, PRESIEDUTA DLL’ITALIA

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l presidente del consiglio, mario DRAGHI, e’ intervenuto alla cerimonia di apertura della riunione ministeriale del consiglio dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (ocse). la riunione, che si concludera’ venerdi’ 10 giugno, e’ presieduta dall’italia, con la norvegia e il messico vice presidenti, e verte sul tema “il futuro che vogliamo: politiche migliori per la prossima generazione e una transizione sostenibile”. il presidente ha, tra l’altro, detto, “come mostra l’ultimo economic outlook dell’ocse, l’invasione russa dell’ucraina ha portato a un significativo peggioramento delle prospettive di crescita e a un forte aumento delle aspettative di inflazione. le banche centrali hanno iniziato a inasprire la politica monetaria, portando a un aumento degli oneri finanziari. l’interruzione delle filiere alimentari – in particolare del grano – ha fatto salire i prezzi e rischia di provocare una catastrofe umanitaria. il g7 e l’unione europea hanno mostrato una notevole unita’ nel sostenere l’ucraina e nel fare pressione su mosca per porre fine alle ostilita’ e riprendere i negoziati. la sola unione europea ha ideato sei pacchetti di sanzioni che hanno inferto un colpo importante agli oligarchi vicini al cremlino e a settori chiave dell’economia russa. affinche’ i nostri sforzi siano pienamente efficaci, devono essere sostenibili nel tempo e coinvolgere le economie emergenti e in via di sviluppo. dobbiamo abbinare la determinazione che abbiamo mostrato nei confronti dell’ucraina con la stessa determinazione nell’aiutare i nostri cittadini e quelli nelle parti piu’ povere del mondo, specialmente in africa. i nostri sforzi per prevenire una crisi alimentare devono partire dai porti ucraini del mar nero. dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali bloccati li’ a causa del conflitto. gli sforzi di mediazione delle nazioni unite sono passi significativi e penso, purtroppo, gli unici. dobbiamo offrire al presidente ZELENSKY le assicurazioni di cui ha bisogno che i porti non saranno attaccati. e dobbiamo continuare a sostenere i paesi beneficiari, proprio come sta facendo l’unione europea con il suo food and resilience facility. insieme all’energia, i prezzi dei generi alimentari stanno contribuendo a far salire il tasso di inflazione anche nei paesi piu’ ricchi. nell’area dell’euro, i prezzi sono aumentati dell’8,1% a maggio rispetto all’anno precedente. tuttavia, se escludiamo elementi come energia e cibo, l’aumento e’ solo circa la meta’, un salto significativo, ma molto inferiore rispetto agli stati uniti. in alcuni paesi questa cosiddetta “core inflation” e’ ancora piu’ contenuta: in italia si e’ attestata a maggio al 2,9%. la disoccupazione e’ appena al di sotto del 7% nell’area dell’euro, mentre i consumi restano al di sotto dei livelli pre-pandemia. questi sono tutti segni che c’e’ ancora capacita’ inutilizzata nell’economia. quindi, almeno nell’unione europea, l’aumento dell’inflazione non e’ del tutto segno di surriscaldamento, ma in gran parte il risultato di una serie di shock dell’offerta. i salari devono recuperare il loro potere d’acquisto, ma senza creare una spirale prezzo-salario che comporterebbe, a sua volta, tassi di interesse ancora piu’ elevati. dobbiamo ridurre i prezzi dell’energia e offrire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese, soprattutto quelle piu’ bisognose. il consiglio europeo la scorsa settimana ha approvato la possibilita’ di imporre, di prendere in considerazione, un tetto massimo alle importazioni di gas russo. questa misura limiterebbe l’aumento del tasso di inflazione, sosterrebbe il reddito disponibile e ridurrebbe i nostri flussi finanziari verso mosca. naturalmente, le discussioni sono ancora in corso e la strada da percorrere potrebbe essere lunga. vi sono anche ottime ragioni per l’impiego di trasferimenti pubblici diretti, destinati ai piu’ poveri, pur mantenendo la sostenibilita’ delle finanze pubbliche. responsabilita’ e solidarieta’ devono andare di pari passo – a livello nazionale ma anche europeo. in italia abbiamo imposto una tassa inaspettata sui profitti eccessivi che le utilities hanno realizzato a causa dello shock energetico e abbiamo utilizzato le entrate per ridurre le bollette del gas e dell’elettricita’ per i piu’ vulnerabili. nell’unione europea, dobbiamo considerare di replicare alcuni degli strumenti congiunti che ci hanno aiutato a riprenderci rapidamente dalla pandemia. sure – il supporto temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione in un’emergenza – ha fornito prestiti economici e stabili agli stati membri dell’unione europea in modo che potessero salvare posti di lavoro e sostenere i redditi. uno strumento simile, questa volta mirato all’energia, potrebbe garantire ai paesi vulnerabili piu’ spazio per aiutare i propri cittadini in un momento di crisi. rafforzerebbe il sostegno popolare al nostro sforzo sanzionatorio congiunto e contribuirebbe a preservare la stabilita’ finanziaria in tutta l’area dell’euro. la risposta alla crisi derivante dall’invasione dell’ucraina non deve, tuttavia, distrarci dalle politiche a lungo termine che andranno a beneficio delle generazioni future…..accelerare la transizione energetica e’ essenziale per passare a un modello di crescita piu’ sostenibile e, allo stesso tempo, ridurre la nostra dipendenza dalla russia. dobbiamo facilitare l’espansione delle energie rinnovabili – sia nei paesi ad alto che a basso reddito – e promuovere ulteriormente la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche pulite”.