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“i risultati raggiunti in agricoltura sulle rinnovabili consentono alle imprese di contribuire ad una produzione energetica piu’ sostenibile e competitiva. il settore agricolo concorre per l’8,5% della produzione elettrica da fonti d’energia rinnovabile (fer) di cui il 2,5% da fotovoltaico, contribuendo al 13% della produzione fotovoltaica”, ha sottolineato oggi il coordinamento di agrinsieme, che riunisce cia-agricoltori italiani, confagricoltura, copagri e alleanza delle cooperative agroalimentari, intervenendo – precisa un comunicato del coordinamento – in audizione in commissione agricoltura e produzione agroalimentare del senato. “l’attuale contesto impone di accelerare sullo sviluppo della produzione di energia rinnovabile”, afferma il comunicato che prosegue: “le imprese agricole e le cooperative possono dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi del green deal, fornendo risposte concrete alla grave emergenza, con azioni indicate nel repowereu. le novita’ introdotte dall’art. 8 del dl aiuti sono un passo in avanti con il superamento dell’autoconsumo. ora occorre convincere la commissione per riuscire ad applicare questa impostazione anche agli investimenti previsti nel pnrr a partire del parco agrisolare”. “il contesto socioeconomico impone l’aumento della produzione di energia rinnovabile, ma il decreto, nel caso delle aziende agricole di produzione primaria, limita gli interventi precludendo la possibilita’ di realizzare impianti destinati anche alla vendita di energia”, ha sottolineato agrinsieme, secondo cui “c’e’ anche il timore che nei periodi di picchi stagionali produttivi non si riesca nemmeno a soddisfare integralmente il fabbisogno di energia elettrica dell’azienda”. “tra le criticita’ segnalate, la possibile inammissibilita’ di alcuni tipi di strutture, nonche’ di comparti”, riporta il comunicato, nel precisare che “secondo agrinsieme, e’ inoltre necessario affiancare la misura parco agrisolare con un percorso di incentivazione della produzione di energia, che accompagni gli investimenti al 2030”. “per gli impianti fotovoltaici sui terreni occorre privilegiare l’agrovoltaico e le superfici non utilizzabili per la produzione agricola, prevedendo l’incentivazione di quelli realizzati e gestiti da imprese agricole, mettendo ordine tra le normative regionali e quelle nazionali, cosi’ da evitare difformita’ nel trattamento di aziende che operano in territori diversi”, ha concluso il coordinamento.