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“l’europa ha sbloccato un milione di ettari per coltivare grano, in italia si parla di uno sblocco di terreni a riposo per circa 200mila ettari, il problema e’ che molti stanno pensando di convertire le coltivazioni, ad esempio dal pomodoro al grano, e questo potrebbe avere delle ricadute negative anche occupazionali, dato che la produzione del grano richiede meno manodopera, vanno evitate”, afferma il segretario generale della fai-cisl, onofrio ROTA, “in un’intervista pubblicata su il diario del lavoro in occasione del congresso nazionale che il sindacato svolgera’ dal 5 al 7 aprile in puglia, nel foggiano”, precisa la fai-cisl. “con la guerra in ucraina si sono rimessi in discussione i sistemi di produzione: mentre con la pandemia hanno pagato piu’ il commercio e il canale della distribuzione tradizionale, adesso il prezzo piu’ alto lo paga il manifatturiero e non vale soltanto per il settore agroalimentare”, spiega ROTA, nell’evidenziare che “il settore e tutta la sua filiera rappresenta un asset strategico sia per il paese che per l’export, che ha raggiunto nel 2021 circa i 52 miliardi di fatturato, ed e’ stato un record, ma la nostra industria di trasformazione non si alimenta solo con la produzione nazionale ma anche con materie prime che giungono dall’estero”. “e’ chiaro che la visione piu’ protezionistica generata dalla guerra sta creando difficolta’, ad esempio nel settore delle carni come in quello lattiero-caseario”, aggiunge ROTA. “oggi non c’e’ soltanto un cambio di assetti geopolitici ma di visione dei nuovi assetti alimentari: per questo non dobbiamo soltanto chiederci come sfamare 8 miliardi di persone, ma chi le sfamera’, e questo punto diventera’ centrale nell’economia del domani”, evidenzia ROTA. quanto ai temi congressuali – aggiunge la fai cisl – legati anche alla crisi ucraina, ROTA afferma: “noi abbiamo usato per il nostro congresso una bella parola, ‘rigenerazione’, non ripartenza, significa rigenerare nuovi concetti, strade, orientamenti sia sui temi legati alla persona nel nuovo contesto sociale che sui temi del lavoro. abbiamo definito questo periodo storico ‘straordinario’. questo secolo ci ha masso a dura prova da tanto tempo, nel 2001 con le torri gemelle, dal 2007 al 2014 con la crisi finanziaria, poi con la pandemia, oggi la guerra e l’inflazione: in questo cambiamento epocale il nostro congresso si inserisce per essere un punto di riferimento nel mondo del lavoro che rappresentiamo, cioe’ il mondo agricolo, alimentare e ambientale, come i consorzi di bonifica e i servizi forestali. sapere interpretare questo tempo non e’ facile, c’e’ bisogno di strumenti come la contrattazione, la partecipazione, la formazione dei lavoratori per acquisire e rafforzare le competenze. c’e’ bisogno di creare una rigenerazione anche a livello di ricambio generazionale: la nostra categoria avra’ nei prossimi anni un’alta eta’ media. sono tutte tematiche che portiamo al congresso per rafforzare l’azione da mettere in campo ed essere punto di riferimento per i lavoratori”.