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“la guerra in ucraina ha dimostrato la necessita’ improrogabile di garantire la sovranita’ e l’autosufficienza alimentare come ha scelto di fare la francia con il presidente MACRON che ha annunciato un piano di sostegno per proteggere gli agricoltori mentre la cina ha inserito il settore agricolo nelle linee di investimento programmatico dello stato insieme all’industria meccanica e all’intelligenza artificiale”, ha affermato il presidente di coldiretti ettore PRANDINI. “ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per ridurre la dipendenza dall’estero”, ha aggiunto PRANDINI nel sottolineare che “la pandemia e la crisi ucraina ci stanno dando un grande insegnamento. produrre cibo e’ un tema strategico di sicurezza nazionale”. la determinazione dei fabbisogni alimentari di un paese e la messa in campo di investimenti per garantirli – sostiene PRANDINI – deve tornare ad essere una priorita’. nell’immediato – conclude PRANDINI – bisogna fare di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti, con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera gia’ stanziati nel pnrr, ma anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole e fermare le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un’efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali”. intanto – denuncia la coldiretti secondo quanto emerge da una sulle quotazioni mondiali al chicago board of trade, punto di riferimento per le materie prime agricole – sale ancora il prezzo del grano e raggiunge i massimi dal 2008 su un valore di 37,5 centesimi al chilo ma valori in aumento si registrano anche per le quotazioni di mais e soia che stanno mettendo in crisi l’alimentazione degli animali nelle stalle, mentre le industrie della pasta e del pane lanciano l’allarme scorte. . una emergenza mondiale – prosegue il comunicato – che riguarda direttamente l’italia che e’ un paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’ucraina e’ il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano. l’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori italiani che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse – sottolinea coldiretti – ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori. ma in difficolta’ – continua coldiretti – ci sono anche i pastai che lamentano di avere scorte solo per poche settimane e annunciano chiusure impianti a causa dei problemi di rifornimento dall’estero per il blocco delle spedizioni determinato dalla guerra. l’italia e’ costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali e’ scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perche’ molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziche’ garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla coldiretti.