PESCA: FAO, I PAESI DEL MEDITERRANEO COLLABORANO PER TUTELARE LE RISORSE MARINE

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attraverso la commissione generale per la pesca nel mediterraneo (gfcm) e una rete di progetti sul campo, come adriamed e medsudmed, la fao, ricorda con un comunicato, di aver guidato una serie di iniziative e ha fornito assistenza per la promozione di una pesca e un’acquacoltura sostenibili, sia nel mar mediterraneo che nel mar nero, sottolineando che “la posta in gioco e’ alta”, dato che stando al rapporto “stato della pesca nel mediterraneo e nel mar nero 2020” della gfcm, il 75 percento degli stock ittici ha risentito di uno sfruttamento eccessivo della pesca. tra le storie di storie di successo, la fao cita l’istituzione, nel 2017, della zona di pesca regolamentata nella fossa di jabuka/pomo, al termine del processo, promosso dalla fao e dai paesi partecipanti al progetto adriamed. si tratta – sottolinea un comunicato della fao – di una situazione vantaggiosa per l’ambiente, ma anche per i pescatori, i quali, grazie al recupero della biodiversita’, traggono profitto da un pescato sempre piu’ abbondante e di pregio. ante MISURA, direttore della pesca del ministero dell’agricoltura croato, descrive l’accordo come un grande cambiamento. “credo fermamente che la proclamazione della zona di pesca regolamentata di jabuka/pomo abbia rappresentato un punto di svolta fondamentale per la gestione delle risorse dell’adriatico,” ha dichiarato. riccardo RIGILLO, direttore generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del mipaaf, sostiene che la zona di pesca regolamentata di jabuka/pomo rappresenta “un modello efficace” di gestione della pesca. “la zona di interdizione della pesca attorno alla fossa di jabuka/pomo e’ frutto della stretta collaborazione tra le amministrazioni nazionali di italia e croazia, senza contare l’importante coinvolgimento e la partecipazione attiva delle parti interessate,” ha aggiunto RIGILLO.