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“un’improvvisa presa di coscienza sulla farm to fork”, afferma luigi SCORDAMAGLIA consigliere delegato di filiera italia dalla fieragricola di verona dopo “l’annuncio del commissario europeo all’agricoltura, janusz WOJCIECHOWSKI, che ha dichiarato di essere gia’ al lavoro per modificare la strategia agroalimentare dell’europa, al fine di stralciare quel 10% di superficie agricola dedicata ad usi non produttivi”, informa un comunicato di filiera italia. “i ministri dell’agricoltura, infatti, si sono riuniti ieri a bruxelles per affrontare l’emergenza per le conseguenze del conflitto russo ucraino sugli approvvigionamenti di cereali e l’effetto domino su carne, latte, pasta”, precisa il comunicato. “pare stia tornando finalmente al centro la sovranita’ alimentare considerata finora un aspetto collaterale e trascurabile”, prosegue SCORDAMAGLIA. e secondo il consigliere delegato – sottolinea il comunicato – non potrebbe essere altrimenti visto che “le crescenti difficolta’ di approvvigionamento e logistiche in varie parti del mondo rischiano di provocare gravi carenze di cibo che colpirebbero la parte piu’ debole della popolazione”. “oggi piu’ che mai appare chiaro che la strategia farm to fork sia stata scritta da persone non del tutto consapevoli che hanno dato per scontato la disponibilita’ di cibo, che hanno immaginato un’europa fatta solo di giardini e di qualche animale selvatico”, afferma SCORDAMAGLIA. “un’europa che di fatto aveva gia’ pianificato una progressiva riduzione della sua autosufficienza agroalimentare anche attraverso accordi internazionali – dicono ancora da filiera italia – tipo mercosur, accordi che penalizzano il settore agricolo per favorire servizi e automotive, di fatto quindi delegando a paesi terzi il compito si sfamare i cittadini europei con prodotti che hanno standard ambientali, di’ sicurezza e qualitativi inferiori a quelli richiesti ai produttori europei”, spiega il comunicato. “insomma si ripropone la stessa politica miope fatta per l’energia, dove dopo aver bloccato ogni fonte di produzione interna ci si scopre ora totalmente dipendenti da chi puo’ usare la nostra assenza di autosufficienza per condizionarci”, sottolinea SCORDAMAGLIA, che aggiunge: “riusciremo a non ripetere lo stesso errore per la produzione agroalimentare o dovremo un giorno implorare la cina (che intanto nel primo semestre del 2022 stocchera’ oltre il 50% della produzione mondiale di grano) di consentirci di alimentarci?”. “gli agricoltori italiani sono un modello di produzione sostenibile ed a basso impatto ambientale che vogliono orgogliosamente rimanere produttori con una giusta ed adeguata remunerazione del proprio lavoro con rapporti di filiera equi e fieri di contribuire a risolvere il problema della food security, certo non vogliono essere pagati per non produrre, come qualcuno in europa pensava ancora di fare”, evidenzia SCORDAMAGLIA, che conclude: “anche su questo aspettiamo di valutare il vero cambio di passo dell’unione europea perche’ non ci verra’ data una seconda chance e questo serva da lezione anche a chi pensa che la pac possa terminare nei prossimi anni. nessuna sufficienza sara’ possibile senza una pac che supporti la nostra produzione piu’ sostenibile del resto del mondo. con buona pace di quei vicepresidenti della commissione europea che la pensano diversamente”.