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“il sostegno europeo all’olivicoltura tunisina e’ l’ennesimo schiaffo ai produttori olivicoli italiani che combattono da anni, a mani nude, contro concorrenza sleale e prezzi bassi che svalutano il prodotto made in italy di qualita’”, afferma il presidente di unaprol, david GRANIERI, dopo la notizia “del prestito di 6,2 milioni di euro che la banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (bers) ha erogato alla compagnie generale des industries alimentaires (cogia sa), che servira’ a sostenere lo sviluppo del settore olivicolo tunisino, aumentandone l’approvvigionamento, l’imbottigliamento e le esportazioni”, precisa unaprol. “nel 2020 l’italia ha importato dalla tunisia 74mila tonnellate di olio per un valore complessivo di 138 milioni di euro, in deciso aumento rispetto al 2019 sia per quantita’ (+57%), sia per valore (+27%)”, rileva unaprol. “e’ paradossale come l’unione europea investa in settori strategici in paesi concorrenti piuttosto che aiutare le filiere dei suoi paesi fondatori”, sottolinea GRANIERI, che prosegue: “la priorita’ secondo noi dovrebbe essere data alla ricerca e alla ricostruzione del salento distrutto dalla xylella, batterio entrato in italia per colpa delle falle nei controlli proprio delle autorita’ europee”. “ci auguriamo che l’unione europea sia solerte anche nell’erogare investimenti per l’olivicoltura italiana e, soprattutto, nel pretendere da paesi come la tunisia, gli stessi criteri di trasparenza e tracciabilita’ che contraddistinguono il lavoro dei produttori del nostro paese”. “per questa ragione chiediamo l’introduzione del sian europeo per controllare tutti gli oli che provengono dall’estero che devono sottostare alle nostre regole, le stesse che vengono rispettate ogni giorno dagli olivicoltori italiani”, conclude il presidente di unaprol.