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a un anno dalla sua apertura, il ristorante “russian wine”, situato nel centro di mosca, e’ sempre pieno, scrive “les echos”. caratteristica del locale e’ offrire solo produzioni russe, piu’ di 200, da tutte le regioni meridionali del paese, compresa la crimea, la penisola ucraina dove la viticoltura e’ rinata dopo l’annessione da parte di mosca nel 2014. “ma non parliamo di politica! il vino e’ piacere…” dice il proprietario del ristorante artur SARKISIAN a benjamin QUENELLE, il giornalista autore dell’articolo. trentacinque anni dopo la “legge secca” di mikhail GORBATCHEV che aveva imposto l’estirpazione delle viti e devastato questo territorio volendo combattere l’alcolismo, le viti di chardonnay o sauvignon blanc, dalla francia, crescono accanto ai vitigni locali come il sorprendente krasnostop, racconta QUENELLE. la guida di riferimento, compilata dallo stesso SARKISIAN e’ passata da 55 a 500 vini referenziati. La prima edizione era stata stampata in 1.000 copie, l’ultima in 13.000. tutto questo anche sotto la grande spinta del cremlino, che – spiega elena PORMAN, coordinatrice del programma “new russian wine” – sta aiutando i produttori. con sovvenzioni finanziarie, a copertura dei costi di impianto delle viti. ma anche con una nuova legge che ha permesso di fare chiarezza e controllare meglio il settore», spiega elena PORMAN. ad esempio, ha vietato la produzione di vini sfusi, facendo una vittima: il francese CASTEL che imbottigliava in loco vini d’importazione.