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sono piu’ che raddoppiati (+164%) gli sbarchi in italia di derivati di pomodoro in arrivo dalla cina per un totale che alla fine dell’anno potrebbe superare i 100 milioni di chili, pari a circa il 15% della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente, secondo quanto riferisce la coldiretti sulla base dei dati istat relativi ai primi 5 mesi dell’anno mentre e’ in pieno svolgimento la raccolta del pomodoro nazionale stimata in oltre i 5 milioni e 600mila tonnellate, il 10% in piu’ dello scorso anno per l’aumento delle superfici coltivate sotto la spinta del boom della domanda in italia e all’estero nell’anno della pandemia. la produzione nazionale di ottima qualita’ e quantita’ e’ importante – sottolinea la coldiretti – anche per ripristinare le scorte di magazzino diminuite durante il lockdown per l’incremento dei consumi sia in italia sia all’estero. gli arrivi dalla cina, che e’ il primo fornitore dell’italia con quasi la meta’ degli arrivi di prodotto semilavorato estero, seguita dagli stati uniti, dalla spagna e dalla turchia in rapida crescita nell’ultimo anno, preoccupano perche’ il rischio – precisa la coldiretti – e’ che il prodotto importato venga spacciato sui mercati nazionali ed esteri come made in italy con gravi danni al prodotto nazionale in termini di mercato e di immagine. dalla cina – continua la coldiretti – si sta assistendo ad un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare. un commercio che va controllato attentamente – precisa la coldiretti – per evitare che possa nascondere frodi o inganni. in italia esiste l’obbligo di etichettatura con il luogo di coltivazione del pomodoro utilizzato per i derivati che hanno le rosse bacche come unico o principale ingrediente, ma nulla e’ previsto per i prodotti destinati all’ estero, fa presente l’organizzazione.