(riproduzione riservata)
le autorita’ sanitarie cinesi non sono preoccupate solo per il covid-19, scrive “les echos”, ricordando che da tre anni la cina combatte un’altra epidemia, la peste suina africana . per arginare la diffusione della malattia – scrive etienne GOETZ – le tecniche di produzione si stanno industrializzando con progetti di mega-agricoltura ad alta tecnologia che operano in isolamento. gruppi come muyuan foods o new hope costruiscono edifici su piu’ piani, addirittura fino a tredici, che ospitano quasi 1.000 maiali per livello. con diversi grandi ali riunite in complessi, questi allevamenti possono contare fino a piu’ di 30.000 suini. a titolo di confronto, l’allevamento medio in francia concentra 200 suini, in danimarca 800 e negli stati uniti si puo’ arrivare a 3.000, ricorda il rapporto cyclope sulle materie prime. un esempio di questi nuovi impianti citato da “les echos” e’ nei pressi di pechino, dove il new hope group ha appena completato la costruzione di tre edifici di cinque piani su un’area di 20 campi da calcio. questa “fabbrica”, di cui si sente l’odore ad almeno 1 chilometro di distanza, ha una capacita’ produttiva di 120.000 suini all’anno. li’ si fa tutto non per il benessere degli animali, ma per proteggere gli allevamenti dalla comparsa e dalla diffusione di virus e batteri. gli animali vengono trasportati con ascensori, gli edifici ventilati con un’unita’ di condizionamento dell’aria, robot monitorano la loro temperatura per rilevare eventuali febbri anomale, sistemi automatici distribuiscono cibo e disinfettano i locali.