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Di Letizia Martirano
Dal 1946 la Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria rappresenta i proprietari concedenti la terra in affitto e quest’anno celebra il 75esimo anniversario.
In questa intervista il Direttore Antonio Oliva, che da oltre 25 anni è saldamente al timone di dell’organizzazione, spiega quali sono le iniziative in programma per celebrare la ricorrenza. Oliva inoltre, si sofferma a illustrare la posizione della Proprietà Fondiaria sui grandi temi che coinvolgono del mondo rurale.
Quest’anno la Federazione Nazionale della Proprieta’ Fondiaria festeggia il 75esimo anno di vita; quali sono le iniziative in programma?
Occorre premettere che oggi ogni programma o progetto è strettamente condizionato dall’andamento della pandemia. In ogni caso abbiamo ipotizzato alcune iniziative che pensiamo di realizzare nel corso di quest’anno o nei primi mesi del 2022. Si tratta di appuntamenti che, se possibile, dovrebbero tenersi in presenza. In caso di persistenza dell’emergenza ci avvarremo dell’utilizzo di piattaforme software come negli scorsi mesi. L’evento principale dovrebbe avere come filo conduttore il tema della Proprietà Fondiaria tra passato e presente che guarda al futuro in un mondo che cambia. L’obiettivo, dunque, è quello di analizzare le caratteristiche storiche, giuridiche, economiche ed organizzative della nostra Federazione, con lo sguardo rivolto al futuro.
Quali sono i temi principali che interesseranno nel prossimo futuro la proprietà rurale e, nello specifico, la proprietà concedente la terra in affitto?
Ci sono almeno due aspetti che ci accompagneranno nei prossimi anni e che rappresenteranno sicuramente il volano, non solo per la ripresa economica, ma anche per porre rimedio ad alcune criticità della società moderna. La sicurezza alimentare con la produzione di cibo sano, nutriente e sufficiente, per debellare definitivamente la fame nel mondo e la malnutrizione. Nel contempo la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, delle risorse naturali e la lotta ai cambiamenti climatici devono rappresentare l’altro volto della stessa medaglia. Questi aspetti possono trovare nella futura Politica Agricola Comune e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza adeguate risposte.
Quale funzione può svolgere la Politica Agricola Comune per la sicurezza alimentare e la sicurezza ambientale?
Occorre ricordare che recentemente è stato raggiunto un accordo a livello europeo sulla riforma della PAC 2023-2027, che dovrebbe essere più equa, verde, flessibile ed attenta al rispetto delle normative europee. Si prevedono politiche più ambiziose sul piano ambientale e climatico, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo; la nuova PAC farà proprio il principio della condizionalità sociale e i beneficiari dovranno rispettare norme di diritto sociale e del lavoro per ricevere i finanziamenti. Sarà quindi una PAC che guarda anche alla ripresa dopo la pandemia, con un nuovo approccio ambizioso della tutela dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici.
Quale sarà, in questo contesto, il ruolo della proprietà agricola concedente la terra in affitto?
Proprietari ed agricoltori, custodi della terra e del territorio, saranno chiamati ad un compito gravoso sì, ma quanto mai accattivante: dare un futuro sostenibile alle prossime generazioni.
Occorrerà comunque, nell’ambito della predisposizione delle norme attuative, tenere conto che un fondo agricolo, sia concesso in affitto sia condotto direttamente, deve produrre reddito e quindi la sostenibilità ambientale deve essere accompagnata da una concreta sostenibilità economica. Solo così si riuscirà a porre solide basi per costruire un contesto sociale, ambientale ed economico che possa avere nella sostenibilità il filo conduttore di un processo virtuoso.
Per quanto riguarda invece il PNRR, quali opportunità si intravedono per la ripresa economica nell’ottica anche dello sviluppo del mondo rurale?
Le risorse economiche messe a disposizione dall’Unione europea nell’ambito di Next Generation EU rappresentano un’opportunità storica per la ripresa economica italiana ed europea. In particolare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR, predisposto dall’Italia, che ha ricevuto il via libera dall’Ue, costituisce un intervento epocale per riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, per risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana e per accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica ed ambientale. In questo contesto, anche proprietari e conduttori di fondi agricoli sono chiamati a svolgere un ruolo di primo piano.
Quale ruolo è riservato a proprietari e conduttori di fondi agricoli?
Nell’ambito del PNRR la seconda missione “Rivoluzione Verde e Transizione” Ecologica si prefigge, tra gli obiettivi generali, di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e di assicurare una transizione ambientale equa ed inclusiva. In particolare, in linea con la strategia “dal produttore al consumatore”, questa missione si pone l’obiettivo di una filiera agroalimentare sostenibile, intervenendo sulla competitività delle aziende agricole, sulle infrastrutture logistiche del settore e sulla diffusione dell’agricoltura di precisione. Si tratta quindi di un Piano che pone al centro la terra, sia per la produzione di cibo sano, nutriente e sufficiente, ma anche per la produzione di energia pulita che tanta importanza riveste nella tutela degli ecosistemi.
Dal punto di vista della Federazione della Proprieta’ Fondiaria cosa ha insegnato la pandemia?
La pandemia ci ha mostrato la debolezza e la criticità delle città, nel contempo ci ha permesso di riscoprire la bellezza della campagna, che ha continuato a fornirci beni di primaria necessità anche quando tutto il resto del mondo, ad eccezione della sanità, naturalmente, si era fermato. Nella drammaticità della situazione abbiamo colto che la vita nelle aree rurali, grazie anche alla digitalizzazione e alle nuove tecnologie, non rappresenta solo le nostre tradizioni, ma può essere lo sguardo attento che scruta un nuovo orizzonte.