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“la prima apertura dell’italia al vaccino sputnik potrebbe aiutare a migliorare le relazioni con la russia proprio nell’anniversario dell’entrata in vigore dell’embargo che e’ costato al made in italy 1,4 miliardi di mancate esportazioni di prodotti agroalimentari negli ultimi sette anni”, afferma la coldiretti in riferimento alla decisione del consiglio dei ministri di esentare dal green pass fino al 15 ottobre i cittadini di san marino che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino sputnik, in attesa che venga completata la procedura di riconoscimento da parte dell’ema. “una decisione che e’ stata presa in concomitanza con il settimo anniversario dell’embargo deciso da PUTIN con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e piu’ volte rinnovato come ritorsione alla decisione dell’unione europea di applicare sanzioni alla russia per la guerra in ucraina, che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari made in italy con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da ue, usa, canada, norvegia ed australia. il mancato via libera generale al vaccino sputnik blocca i 380mila vacanzieri russi che prima della pandemia trascorrevano le vacanze estive in italia, andando ad aggiungere i danni al sistema turistico nazionale a quelli causati dall’embargo sulle esportazioni, secondo elaborazioni coldiretti su dati bankitalia. una ‘tempesta perfetta’ sui rapporti commerciali tra il paese di PUTIN e l’italia che costa al sistema paese quasi 400 milioni di euro di mancati introiti turistici per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir, che vanno a sommarsi agli 1,4 miliardi di euro persi negli ultimi sette anni a causa dell’embargo”, rileva la confederazione. “si tratta di un costo sempre piu’ insostenibile per l’italia e per le nostre esportazioni in un momento gia’ drammatico a causa dell’emergenza covid ma anche delle tensioni legate alla brexit”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel sottolineare che “occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti e difendere un settore strategico per il paese e l’ue danneggiato da dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo”. “l’agroalimentare italiano e’, infatti, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in russia dei prodotti presenti nella lista nera, dal parmigiano reggiano al grana padano, dal prosciutto di parma a quello san daniele, ma anche frutta e verdura. al danno diretto delle mancate esportazioni si aggiunge la beffa della produzione in russia e della diffusione su quel mercato di imitazioni che non hanno nulla a che fare con il made in italy (parmesan, mozzarella, robiola, ecc) e che arrivano anche nei paesi non colpiti dall’embargo con il nome di scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta made in bielorussia ai quali si aggiungono salame milano, parmesan e gorgonzola di produzione svizzera e parmesan o reggianito di origine brasiliana o argentina. il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali, in una fase peraltro resa difficile dalla pandemia”, conclude la coldiretti.