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“nonostante la gravita’ della situazione, per la mangimistica italiana il 2020 e’ stato un anno positivo. il comparto ha retto bene di fronte alle sfide inedite poste dalla pandemia e ha saputo, ancora una volta, dimostrare il suo ruolo essenziale in una filiera che riesce a dimostrarsi davvero efficiente, in particolare, quando realizza una vera integrazione. il presidente di assalzoo – associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici – marcello VERONESI ha aperto l’assemblea annuale del 5 luglio illustrando i principali risultati dell’industria mangimistica dello scorso anno”, informa un comunicato. “i dati degli indicatori economici – ha sottolineato VERONESI – sono rassicuranti. il nostro settore ha aumentato la produzione piu’ della media europea, il suo fatturato ha tenuto e ha incrementato gli occupati. ma soprattutto non ha fatto mai mancare le forniture agli allevatori nonostante le molteplici difficolta’ generate da una crisi senza precedenti”. “nel 2020 la pandemia – prosegue il comunicato – si e’ abbattuta su tutto il sistema produttivo. a fronte dell’essenzialita’ dei suoi servizi, la filiera agro-zootecnica-alimentare ha potuto continuare a operare nonostante i problemi causati dalle severe restrizioni dovute alla diffusione del contagio. basti ricordare nelle prime settimane di emergenza nazionale le difficolta’ legate agli approvvigionamenti, aggravate da problemi nella logistica e nei trasporti. a peggiorare la situazione la scelta di misure sempre piu’ restrittive, a cominciare dalla chiusura del canale horeca e dalle limitazioni agli spostamenti che hanno abbattuto i flussi turistici. all’interno della filiera agroalimentare la zootecnia ha pagato dunque un prezzo altissimo, soprattutto alcuni comparti come la suinicoltura e l’acquacoltura”. “e’ in questo scenario che la mangimistica ha saputo interpretare al meglio il suo ruolo con gli stabilimenti che hanno lavorato a pieno ritmo: i produttori sono stati costretti a mantenere i loro animali negli allevamenti rendendo necessaria una maggiore fornitura di mangimi. il nostro comparto – ha ricordato VERONESI – ha soddisfatto tutte le loro richieste distribuendo, come sempre, un prodotto sicuro, sano e di qualita’ su tutto il territorio nazionale”. “la crisi si e’ consumata su scala globale ed e’ stata aggravata da altre problematicita’, che si stanno protraendo ancora adesso: l’aumento delle quotazioni delle materie prime utilizzate per la produzione di alimenti per animali, dai cereali alle proteine vegetali, iniziato lo scorso anno, e’ un fattore di instabilita’ del mercato con il quale dovremo fare i conti anche nei prossimi mesi – ha aggiunto il presidente di assalzoo -. inizialmente la mangimistica aveva svolto un ruolo di compensazione di questi aumenti ma ora le condizioni sono diventate piu’ gravose per il nostro comparto come per tutta la filiera agro-zootecnica. all’aumento del fatturato non corrispondono infatti maggiori ricavi a causa della compressione della marginalita’ per non gravare eccessivamente su un allevamento gia’ in difficolta’”. “occorre ora uno sforzo comune di tutta la filiera, affinche’ tutti gli operatori coinvolti si impegnino per una piu’ equa distribuzione del valore, senza lasciare indietro nessuno, garantendo la produzione delle carni italiane. dobbiamo dimostrare spirito di unita’ non solo per superare le difficolta’ causate da questa pandemia ma perche’ siamo chiamati a confrontarci con le nuove sfide per una zootecnia piu’ sostenibile e compatibile con la tutela dell’ambiente, senza tralasciare – ha concluso VERONESI – la necessita’ di continuare ad assicurare una produzione di qualita’, italiana, sicura e in quantita’ sufficiente al fabbisogno alimentare dei nostri consumatori”. “nel 2020 la produzione di mangimi – spiega un comunicato – ha superato per la prima volta nella storia la quota di 15 milioni di tonnellate. a questo dato si aggiunge l’altrettanto incoraggiante aumento del numero di occupati nel comparto”. “dagli stabilimenti – continua il comunicato – sono usciti 15,06 milioni di tonnellate di alimenti per animali, con un incremento del 2,7% rispetto al 2019. la stima di assalzoo sulla produzione nazionale e’ piu’ prudente ma comunque in linea con quella di fefac – federazione tra i produttori europei di mangimi, che ha valutato per l’italia un aumento del 3,4%, una delle performance piu’ dinamiche in tutto il continente dopo bulgaria e belgio”. “anche il fatturato ha fatto registrare un considerevole rialzo. il giro di affari del comparto in italia – aggiunge il comunicato – sfiora adesso gli 8 miliardi di euro (+5,2%)”. assalzoo rende inoltre noto che la “produzione di mangimi composti e’ in crescita per le principali specie animali. per suini e bovini da carne il 2020 e’ coinciso con un’impennata di oltre il 6%. tra gli altri segmenti, in sofferenza per il secondo anno consecutivo l’acquacoltura mentre, fra le specie minori, continua il calo produttivo per gli equini”. “nel 2020 – spiega il comunicato – si e’ consolidato il canale produttivo per l’avicoltura, uno dei comparti che meno ha sofferto per la crisi correlata al covid. il livello di output per i volatili e’ cresciuto dell’1,6% – dopo il +1,8% dello precedente – passando da 5.975.000 a 6.070.000. un dato certamente positivo se si considera che l’avicoltura rappresenta il 40% del totale della produzione di alimenti per animali in italia. in dettaglio tutte le singole specie avicole hanno visto crescere il volume di prodotto: polli da carne (+1,4%), tacchini (+0,5%), galline ovaiole (+2%) e altri volatili (+16%)”. “ma e’ la suinicoltura ad aver fatto registrare il maggiore incremento produttivo. nei dodici mesi del 2020 ha intercettato 3.977.000 tonnellate di mangimi (erano 3.745.000 t nel 2019), pari a oltre un quarto del totale. la crescita si puo’ spiegare alla luce del forte rallentamento delle macellazioni – sottolinea il comunicato – che ha riguardato il settore, particolarmente penalizzato dall’impatto della pandemia con la chiusura dell’horeca e la riduzione delle esportazioni”. “confortanti anche i numeri relativi ai bovini, destinatari di oltre il 23% della produzione totale di alimenti per animali. dai 3.467.000 tonnellate di prodotto del 2019 si e’ toccato quota 3.525.000 tonnellate con un rialzo dell’1,7% in complesso. i bovini da carne – continua il comunicato – hanno fatto registrare il maggior incremento (+6,6%), seguiti dai bufali (+3,9%). invariata la produzione rivolta alle vacche da latte che consumano la quota maggiore all’interno del comparto”. “dopo il calo di oltre il 7% del 2019, l’acquacoltura continua a perdere terreno. la produzione di mangimi per pesci di allevamento e’ arretrata di un ulteriore 7% flettendo da 140.000 a 130.000 tonnellate. tra gli altri animali – conclude il comunicato – la performance peggiore la fanno registrare gli equini: la produzione per questa specie e’ diminuita addirittura del 26%. bene invece gli ovini con un guadagno produttivo dell’8%. infine, un dato positivo e’ stato rilevato per il pet-food: +2,2%, spinto dal sensibile aumento della domanda durante le fasi piu’ critiche della pandemia”.