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“dopo la pandemia a pesare sulla ripresa del settore florovivaistico e’ ora l’impennata dei costi di produzione con aumenti fino al 25% delle materie prime per imballaggi, energia, concimi e trasporti anche per le carenze su logistica ed infrastrutture del sistema italia”, afferma la coldiretti sulla base di una propria analisi divulgata in occasione “dell’iniziativa con affi “ripartiamo con un fiore” con gondole e botticelle, piazze e porti, fontane e statue, ponti e mulini delle principali citta’ italiane trasformati in giardini con le artistiche composizioni di fiori e fronde dei vivaisti italiani pronti a sostenere la ripresa post pandemia”, precisa la coldiretti. “il prezzo del petrolio sta condizionando i costi energetici ma ad aumentare sono anche quelli della plastica, dell’acciaio e della carta determinanti nella filiera di produzione di fiori e piante”, sottolinea la coldiretti, che aggiunge: “un settore fortemente orientato all’esportazione sul quale incide in misura rilevante il costo dei trasporti”. “attraverso il pnrr e’ necessario agire sui ritardi strutturali dell’italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del paese, ma pure con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocita’, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel sottolineare che “si tratta di una mancanza che ogni anno rappresenta per il nostro paese un danno in termini di minor opportunita’ di export al quale si aggiunge proprio il maggior costo della ‘bolletta logistica’ legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci”. “secondo l’ultima analisi del centro studi divulga in italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante e’ pari a 1,12 euro/chilometro, piu’ alto di nazioni come la francia (1,08) e la germania (1,04), ma addirittura doppio se si considerano le realta’ dell’europa dell’est: in lettonia il costo dell’autotrasporto e’ di 0,60 euro al chilometro e in romania 0,64”, rileva la coldiretti, che evidenzia: “si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea e che colloca il nostro paese al 30° posto nella classifica mondiale stilata dal global competitiveness report (gcr), curato dal world economic forum”. “serve anche una adeguata attivita’ diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari che ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi”, afferma la coldiretti, che spiega: “la brexit ad esempio e’ causa di preoccupazioni nel settore florovivaistico, legate soprattutto a nuove regole fitosanitarie non in linea con la normativa ue e perche’ le autorita’ britanniche saranno chiamate a controlli alle frontiere sempre piu’ complessi, con ritardi e burocrazia che ne consegue”. secondo la coldiretti “inoltre vanno potenziate nelle risorse e allargate ad una platea piu’ vasta le misure previste per il bonus verde e finanziata la promozione del settore e dei consumi nazionali ed esteri per un vero rilancio di piante e fiori made in italy”. “da tutelare c’e’ la competitivita’ del florovivaismo italiano che offre circa 200mila posti di lavoro con un fatturato che arriva a 2,7 miliardi di euro, di cui oltre 1/3 viene realizzato con le spedizioni all’estero”, conclude la coldiretti.