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“oltre al piano nazionale di rilancio e resilienza, a gennaio arriveranno 400 milioni di euro per il nuovo piano invasi, mentre e’ al vaglio della corte dei conti il decreto della presidenza del consiglio dei ministri, che destina 228 milioni ad interventi di prevenzione idrogeologica. ora c’e’ davvero la possibilita’ di un nuovo modello di sviluppo per abbandonare la logica delle emergenze, che costano annualmente 7 miliardi di euro al paese senza considerare i drammi umani”, afferma il direttore generale di anbi, massimo GARGANO, intervenuto a pratovecchio, in toscana – precisa l’anbi – ad un workshop, promosso dal consorzio di bonifica 2 alto valdarno, nell’ambito del contratto di fiume casentinese h2o. “e’ necessaria un’alleanza trasparente fra consorzi di bonifica, autorita’ di bacino e regioni nei confronti dei ministeri per ottenere il massimo dai fondi del next generation eu senza essere costretti a restituire finanziamenti inutilizzati a bruxelles”, prosegue il dg di anbi. “un esempio di ‘buona pratica’ arriva dalla puglia, dove un progetto risponde con i fatti alla retorica ancora prevalente, quando si parla di consumo del suolo e cambiamenti climatici: si chiama ‘filiera legno’ ed e’ stato predisposto dal consorzio di bonifica montana del gargano in accordo di programma con regione puglia, arif-agenzia regionale per le attivita’ irrigue e forestali, ente parco nazionale del gargano”, informa l’anbi. “l’iniziativa si colloca nell’attuale scenario del green new deal, della transizione ecologica e di tutti quei progetti in grado di coniugare la valorizzazione di risorse del territorio con la creazione attivita’ di grande valenza economica e sociale, in un quadro di sinergie istituzionali”, precisa francesco VINCENZI, presidente di anbi. “tale progetto puo’ rappresentare l’occasione per aprire al mercato volontario dei crediti di carbonio ed a tutti i cosiddetti servizi ecosistemici”, afferma GARGANO, nel sottolineare che “la crescente aridita’ di alcuni territori ormai riguarda anche la dorsale adriatica italiana: e’ questa una sfida vera per il paese, ma nel mezzogiorno ha un obbiettivo in piu’, cioe’ quello per l’utilizzo delle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza, per le quali occorre recuperare vuoti di progettualita’”. “il progetto filiera legno interessa una superficie boscata di oltre 37.000 ettari, pari ad un quarto della superficie boscata pugliese, di cui quasi 22.000 di proprieta’ pubblica”, spiega l’anbi, che prosegue: “nel corso di un convegno, tenutosi a foggia ed aperto dall’intervento del presidente del consorzio di bonifica montana del gargano, eligio giovanbattista TERRENZIO, sono state presentate le attivita’ svolte ed i risultati di classificazione ottenuti, come pure le prove di incollaggio, su castagno, pino d’aleppo, abete bianco, faggio, cerro, nonche’ le valutazioni di carattere economico-ambientali di un eventuale investimento su specie forestali per lo piu’ autoctone e prossime protagoniste nel comparto del legno in edilizia, in costante crescita in italia per i numerosi vantaggi ecologico-prestazionali della materia prima”. “le imprese della filiera del legno (dalle cooperative agroforestali a quelle, che si occupano della prima trasformazione, nonche’ le altre dell’edilizia e del mobile) sanno ora di poter contare sull’enorme giacimento verde non solo del promontorio del gargano, nell’ambito del quale e’ stata svolta la sperimentazione, ma anche dei monti dauni, nel rispetto dei canoni della gestione forestale sostenibile”, spiega l’anbi. “e’ bene infatti ricordare che il successo delle politiche di sostenibilita’ ambientale non puo’ prescindere dalla compatibilita’ con le sostenibilita’ economiche e sociali”, conclude VINCENZI.