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“il blocco del canale di suez mette a rischio le esportazioni made in italy in asia dove si e’ registrato un aumento record del 29,2% in cina nel 2021 che rappresenta un segnale di speranza per l’uscita dalla crisi covid”, afferma la coldiretti sulla base di una propria analisi su dati istat a gennaio “sugli effetti dell’incidente che interessa anche l’italia che nel canale di suez vede transitare ogni anno circa il 40% di tutto il suo import-export marittimo secondo l’ispi”, precisa la coldiretti. “una situazione delicata che arriva proprio in un momento di ripresa delle spedizioni made in italy verso il gigante asiatico in tutti i settori piu’ significativi, dall’abbigliamento (+95,7%) all’alimentare (+19,4%), dalle automobili (+124,9%) ai mobili (+4%)”, sottolinea la coldiretti, che spiega: “a rischio per l’alimentare e’ il commercio verso l’asia di tutti i principali prodotti nazionali confezionati, dal vino all’olio extravergine, trasportati via nave”. “il vino con un valore di quasi 100 milioni e’ tra le principali voci dell’export agroalimentare made in italy in cina che nel 2020 ha raggiunto il record storico di 548 milioni di euro”, aggiunge la coldiretti. “ma ad essere sconvolto e’ l’intero mercato mondiale delle materie prime agricole gia’ in tensione per effetto della pandemia con i prezzi che hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni trainati dalle quotazioni in aumento per zucchero, oli vegetali, cereali, latte e carne, secondo le elaborazioni coldiretti su dati fao a febbraio 2021”, evidenzia la coldiretti, che prosegue: “a tirare la volata sono i prezzi internazionali del mais, che hanno fatto un balzo in avanti del 45,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre i prezzi del frumento sono saliti del 19,8%, ma una tendenza al rialzo si registra anche per l’indice fao dei prezzi dello zucchero, degli oli vegetali, dei lattiero caseario e della carne”. “con la pandemia si e’ aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che l’incidente sul canale di suez rischia di aggravare”, sottolinea la coldiretti. “senza dimenticare l’impatto sui prezzi del petrolio con l’aumento dei costi energetici per un paese come l’italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada con un effetto valanga sulla spesa per l’aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione”, afferma la coldiretti, nel concludere che “a subire gli effetti del balzo dei prezzi dei carburanti e’ l’intero sistema agroalimentare dove la spesa per la logistica arriva ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura secondo una analisi della coldiretti su dati ismea”.