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“con di 1,65 miliardi di euro per il rilancio di piccoli borghi abbandonati si inizia a programmare l’italia del post covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da 2 milioni di edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI in relazione al “piano del ministro della cultura dario FRANCESCHINI per rispondere ai cambiamenti strutturali provocati dalla pandemia nei comportamenti degli italiani”, precisa la coldiretti. “con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti, l’emergenza ha stravolto le abitudini sociali e lavorative degli italiani che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle citta’ non solo come meta per gite fuori porta ma come scelta di vita dove godere di spazi abitativi piu’ ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati”, evidenzia la coldiretti, che spiega: “un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacita’ di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali”. “in italia i centri sotto i 5mila abitanti sono, infatti, 5.498, quasi il 70% del totale, secondo un’analisi coldiretti su dati istat, ospitano il 16,5% della popolazione nazionale, ma rappresentando il 54% dell’intera superficie italiana hanno anche ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico”, sottolinea la coldiretti, che prosegue: “lo stanziamento di 650 milioni per il recupero degli edifici rurali, dai casali ai depositi, dai rustici alle stalle dismesse, non rappresenta solo un immenso patrimonio edilizio da salvare ma anche sarebbe un’occasione importante per recuperare fabbricati spesso abbandonati e salvare l’architettura rurale che da’ forma al paesaggio ed esprime l’identita’ dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversita’ agricola. una opportunita’ per rivitalizzare le aree interne valorizzando l’identita’ territoriale e i sistemi produttivi locali”. “una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio gia’ fragile”, aggiunge la coldiretti, che sottolinea: “e’ chiaro che in questa ottica e’ necessario colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76 % delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75 % ha una connessione a banda larga, ma la situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni coldiretti su dati istat relativi al 2019”. “facciamo i conti ogni giorno con insostenibili ritardi sulle infrastrutture telematiche ed e’ quindi strategico superare il digital divide che spezza il paese fra zone servite dalla banda larga e altre invece no, fra citta’ e campagne, per far esplodere le enormi risorse che il territorio puo’ offrire”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI, nel concludere che “si tratta di una scelta strategica importante anche per promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente”.