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cia-agricoltori italiani, confagricoltura, copagri, alleanza delle cooperative agroalimentari e assosementi aderiscono formalmente al consorzio per la valorizzazione delle sementi convase, che riunisce 23 aziende rappresentanti il 40% della produzione nazionale di sementi certificate di cereali a paglia, rafforzando cosi’ la sinergia tra il mondo sementiero e quello agroalimentare, l’intesa e’ stata annunciata oggi durante l’incontro “il settore sementiero e agricolo: sfide e opportunita’ nello scenario post-covid”. all’incontro sono intervenuti i presidenti di covase eugenio TASSINARI, di assosementi giuseppe CARLI, di confagricoltura massimiliano GIANSANTI, di copagri franco VERRASCINA, di alleanza delle cooperative agralimentari giorgio MERCURI e il vicepresdiente di cia mauro DI ZIO. “l’adesione al convase da parte delle organizzazioni dei produttori e delle cooperative agricole e di assosementi rafforza la collaborazione tra aziende sementiere e agricoltori, con l’obiettivo di valorizzare la qualita’ delle produzioni in un’ottica interprofessionale e di stimolare un dialogo costruttivo capace di anticipare le esigenze del settore e qualificare l’intera filiera”, sottolinea un comunicato, che prosegue: “l’intesa raggiunta, inoltre, permette di dare gambe alla creazione del disciplinare ‘seme di qualita”, presentato un anno fa ed elaborato dal convase, con il supporto cia-agricoltori italiani, confagricoltura, copagri e alleanza delle cooperative agroalimentari, per dare agli agricoltori la possibilita’ di conoscere le informazioni sulla tracciabilita’ delle sementi, offrendo garanzie sulla qualita’ del seme acquistato e indicazioni utili per il corretto impiego, con maggiori possibilita’ di ottenere produzioni elevate e di qualita’”. “la filiera agroalimentare infatti parte dal seme; non a caso gli agricoltori operano in stretto e costante contatto con i produttori di sementi, testando direttamente in campo i risultati del loro lavoro e indicando le richieste e le esigenze che arrivano dal mercato, con particolare riferimento alle problematiche agronomiche, fitosanitarie, di resa e di carattere qualitativo”, hanno sottolineato GIANSANTI, VERRASCINA, MERCURI E DI ZIO, nell’aggiungere che “proprio per tali ragioni e’ fondamentale poter disporre di uno strumento in grado di assicurare la tracciabilita’, la sicurezza e la sostenibilita’ del processo produttivo sin dall’inizio del ciclo, partendo dalla semente, puntando su iniziative quali il progetto ‘seme di qualita”, al quale – e’ stato ricordato – gia’ lo scorso anno hanno aderito convintamente cia-agricoltori italiani, confagricoltura, copagri e alleanza delle cooperative agroalimentari e che oggi viene ulteriormente rafforzato”. “tale tracciabilita’ – e’ stato ribadito durante l’odierno confronto tra il mondo sementiero e quello agroalimentare – ha inizio dal seme, primo e fondamentale elemento per assicurare la qualita’ del prodotto al consumatore finale”. nel 2020, a fronte di un calo su base annua del 2% circa delle superfici produttive destinate alla coltivazione di grano duro, grano tenero e orzo, cresce sempre di piu’ l’impiego di seme non certificato, che secondo un’elaborazione di assosementi ha superato anche nel 2020 il 50% delle superfici coltivate a grano duro. “in tale contesto – fa notare il comunicato – l’intesa raggiunta servira’ a rafforzare e confermare la volonta’ dei principali attori di vincere le sfide comuni che il settore e’ chiamato ad affrontare”. “la riduzione della burocratizzazione annunciata dal nuovo governo potra’ certamente contribuire ad agevolare il sistema della certificazione del seme, che negli ultimi cinquant’anni non e’ mai stato rivisto e adeguato”, auspicano gli organizzatori dell’incontro. “la valorizzazione delle produzioni non puo’ inoltre prescindere dal sostegno all’innovazione, che puo’ aiutare l’agricoltura a garantire rese stabili e produzioni piu’ sostenibili”, spiega il comunicato, che evidenzia: “il settore sementiero e’ un comparto altamente innovativo, in grado di investire sino al 20% dei suoi ricavi in attivita’ di ricerca e sviluppo per immettere sul mercato varieta’ migliori”. “tuttavia, secondo l’indagine di euroseeds, l’associazione che rappresenta il settore sementiero a livello europeo, l’incertezza della normativa sulle tecniche di evoluzione assistita-tea ha bloccato i programmi di innovazione del 40% delle aziende che investono in ricerca”, conclude il comunicato. tra i temi affrontati, le modificazioni genetiche, la certificazione del seme biologico e soprattutto il ruolo della ricerca nella prospettiva del rispetto delle indicazioni della strategia farm to fork sulla riduzione di agenti inquinanti, le aspettative sul nuovo governo. abbiamo perso il treno degli ogm, non vorrei che ora si perda quello delle new breathing techniques, ha osservato GIANSANTI sollecitando, peraltro, un dialogo strutturato con gli istituti di ricerca sia sul seme certificato sia su altre questioni. gli obiettivi della strategia farm to fork sono raggiungibili se c’e’ ricerca e seme certificato, ha sottolineato CARLI mentre TASSINARI ha riconosciuto l’opportunita’ di arrivare al seme biologico certificato, purche’ si creino le condizioni giuridiche necessarie. a questo riguardo MERCURI ha fatto notare quanto le cooperative siano interessate al biologico, e dunque al seme, e ha confermato quanto detto dal prsidnte di convase sui problemi derivanti dalle deroghe. d’altra parte, ha osservato DI ZIO, il biologico, soprattutto con adeguati finanziamenti dai psr, ha notevoli prospettive. VERRASCINA, a proposito del nuovo governo, ha fatto sapere che agrinsieme, di cui e’ coordinatore, chiede a DRAGHI di fare scelte coraggiose con “giuste risorse” e non elemosine.