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“siamo stati costretti a fermare la pesca: e’ mancata la richiesta nel periodo delle feste e non c’e’ piu’ un mercato per il pesce delle valli costiere nonostante l’alta qualita’ del prodotto: branzini, spigole, orate, sogliole, anguille e cefali nelle diverse specie”, denuncia in un comunicato paolo CIANI, rappresentante dei vallicoltori di confagricoltura emilia romagna. secondo l’organizzazione i vallicoltori dell’alto adriatico sono pescatori pressoche’ “invisibili, per i quali confagricoltura emilia romagna “chiede di rivedere il regolamento regionale che prevede l’indennizzo del 30% massimo del contributo spettante qualora la superficie valliva venga destinata in tutto o in parte all’attivita’ venatoria, come pure l’eliminazione dei massimali degli aiuti de minimis”. inoltre, “chiediamo alla regione di lavorare a una strategia condivisa di valorizzazione della vallicoltura, in linea con gli indirizzi del fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, feamp 2021-27, e l’orientamento del mipaaf”, conclude il presidente di confagricoltura regionale marcello BONVICINI.