CIBUS: COLDIRETTI, COVID COLPISCE EXPORT VINO, PRIMO CALO IN 30 ANNI

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“le vendite di vino italiano nel mondo sono in calo del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficolta’ registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus”, afferma la coldiretti sulla base di una propria analisi sulla base dei dati istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno in occasione del cibus forum, dalla quale si evidenzia che “il vino resta tuttavia la voce principale dell’export agroalimentare made in italy”. “un dato comunque preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino made in italy, con la vendemmia 2020 che e’ la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della brexit con l’uscita dall’unione europea della gran bretagna che e’ stata per lungo tempo il principale cliente del prosecco, il vino italiano piu’ esportato nel mondo”, sottolinea la coldiretti. “in cina, dove il virus ha colpito per primo, il consumo di bottiglie tricolori fra gennaio e maggio 2020 e’ crollato in valore del 44%, nel regno unito le vendite sono scese di quasi il 12% anche a causa delle incertezze e delle tensioni legate alla brexit, la francia ha ceduto il 14% mentre l’export in germania e stati uniti, due dei principali mercati per l’italia, e’ in leggero calo (- 1%)”, prosegue la coldiretti. “sul commercio nazionale con gli usa e’ stato sventato per adesso il rischio dei dazi del presidente degli stati uniti donald TRUMP”, ricorda la coldiretti, nel precisare che “gli stati uniti sono il principale consumatore mondiale di vino e l’italia e’ il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il prosecco, il pinot grigio, il lambrusco e il chianti”. “a infondere ottimismo e’ una vendemmia di buona/ottima qualita’ e anche se l’andamento della raccolta dipendera’ molto dalle prossime settimane”, afferma la coldiretti, nel sottolineare che “la produzione tricolore sara’ destinata per circa il 70% a vini docg, doc e igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (igt) riconosciuti in italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola”. “ma la vendemmia 2020 in italia e’ influenzata anche dalle misure di sicurezza anti contagio e dalle difficolta’ di spostamento degli stagionali agricoli stranieri che in passato contribuivano in modo significativo alla raccolta delle uve”, spiega la coldiretti. “per questo e’ necessario estendere a tutte le regioni i tamponi all’arrivo in italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come e’ gia’ stato fatto in trentino alto adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno cosi’ partecipare da subito alle attivita’ di raccolta”, evidenzia la coldiretti, che aggiunge: “in questo modo i lavoratori stranieri che superano il test potranno svolgere le attivita’ di raccolta, con la coldiretti che ha avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica”. “in questo contesto almeno 25mila posti di lavoro occasionali tra le vigne potrebbero essere disponibili per la vendemmia con una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’ che era stato introdotto per la prima volta in italia proprio per la vendemmia e poi successivamente ingiustamente abrogato”, conclude il presidente della coldiretti ettore PRANDINI, nel sottolineare che “bisogna ripensare ad uno strumento per il settore che da una parte sia agile e flessibile rispondendo ad un criterio di tempestiva disponibilita’ all’impiego e dall’altra generi opportunita’ di integrazione al reddito preziosa per in cittadini in questo periodo di crisi”. “l’emergenza covid ha tagliato 24 miliardi di consumi alimentari degli italiani nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non e’ stato compensato dal leggero aumento della spesa domestica”, emerge da una analisi coldiretti sulla base dei dati ismea. “la spesa alimentare degli italiani si e’ ridotta del 10% rispetto allo scorso anno, tornando indietro di dieci anni su valori del 2010. a pesare e’ stata la chiusura durante il lockdown della ristorazione per la quale rimane una situazione di sofferenza per le difficolta’ economiche, lo smart working, la diffidenza dei consumatori e le difficolta’ del turismo, soprattutto straniero”, aggiunge coldiretti.