alla presenza del capo dello stato sergio MATTARELLA, il presidente della confagricoltura massimiliano GIANSANTI ha aperto oggi, a palazzo colonna a roma, le celebrazioni del centenario della confagricoltura. sono intervenuti il presidente del consiglio giuseppe CONTE, la ministra delle politiche agricole teresa BELLANOVA, la sindaca di roma virginia RAGGI. il presidente ha chiuso i lavori con un plauso al governo per non aver mai fatto mancare il suo appoggio all’agricoltura nel corso della crisi covid e ha ringraziato le forze dell’ordine per quanto fanno nelle campagne. “da un secolo l’impegno costante dei nostri agricoltori e’ stato quello di rafforzare le imprese e contribuire al continuo miglioramento del sistema economico e della coesione sociale. orgogliosi della nostra storia, ricca di intensa attivita’ di mediazione operosa per l’ammodernamento dell’agricoltura, andremo avanti sulla stessa strada: rappresentare, rendere socialmente visibili i progetti, e sostenere le esigenze e le idealita’ dei nostri agricoltori. solo prestando costante attenzione al territorio, attraverso la cultura del dialogo, si rafforza il legame associativo, che rende e rendera’ sempre piu’ viva la nostra organizzazione”, ha assicurato GIANSANTI a conclusione del suo intervento. la confagricoltura nacque nel 1920 e fu la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale, ha ricordato il presidente. una storia, quella della confederazione generale dell’agricoltura italiana – vale la pena sottolineare – dalla cui lettura si comprende la trasformazione sia politica sia economica di una parte consistente della classe dirigente italiana. gli anni in cui l’organizzazione ha preso forma, ha messo in evidenza GIANSANTI, sono stati rivolti a mantenere l’autonomia sindacale dei datori di lavoro”. “allora, le difficolta’ furono superate grazie all’impegno assoluto rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda” di cibo. “con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria. continuare a produrre, per rifornire i mercati. e i rifornimenti sono stati garantiti. gli italiani non hanno mai trovato i banchi dei supermercati vuoti”, ha rammentato il presidente di confagricoltura. nel dopoguerra “la nascita della repubblica e la scelta dell’economia di mercato segnarono una svolta decisiva, anche per confagricoltura”, ha sottolineato GIANSANTI. per comprendere il nuovo mondo che si delineo’ progressivamente nei secondi quaranta anni del secolo scorso, nei rapporti tra proprietari della terra e lavoratori, il presidente della confagricoltura ha rammentato che nel 1950 l’occupazione in agricoltura incideva per oltre il 30 per cento su quella complessiva svolgendo un ruolo di ammortizzatore sociale ante litteram, mentre tra il 1960 e la fine degli anni novanta, gli occupati nel settore primario sono passati da oltre sei milioni a poco piu’ di un milione. GIANSANTI ha dato rilievo alla vocazione europeista dell’organizzazione. “piu’ che mai – voglio sottolinearlo – ci sentiamo agricoltori europei”, ha scandito, nel far notare, tuttavia, che agli albori della costruzione europea “il confronto con gli altri paesi fondatori nell’ambito della nascente politica agricola comune non risulto’ agevole”. “gli imprenditori, pero’, compresero che bisognava mettere da parte le difficolta’ del momento, per alzare lo sguardo sulla costruzione del futuro. i risultati sono arrivati. da allora, si e’ registrato un costante e rapido aumento della produttivita’ in agricoltura. in media, due punti percentuali l’anno”, ha detto il presidente.. sicche’ “la decisione tra la fine degli anni 50 e i primi anni 60 di partecipare – quale paese fondatore – alla comunita’ economica europea “risulto’ assolutamente strategica per le sorti dell’italia, e fu proprio l’agricoltura ad avere un ruolo importante nel processo di costruzione dell’europa”, ha indicato GIANSANTI. furono ovviamente anni di grandi e vivaci dibattiti interni, e di intenso fervore organizzativo ma “nella fase di piu’ incisiva integrazione la confagricoltura ebbe la fortuna di essere guidata da gruppi dirigenti di grandi capacita’ e lungimiranza, che seppero incidere sulle scelte che hanno caratterizzato l’evoluzione della politica comunitaria per il nostro settore”, ha asserito il presidente. “grazie a quella scelta, l’italia ha saputo conquistare una posizione di assoluto rilievo sullo scenario internazionale. siamo stabilmente tra le prime economie a livello mondiale” e, “fu avviato un percorso di integrazione che ha garantito il piu’ lungo periodo di pace e di prosperita’ che l’europa abbia mai conosciuto”, ha ricordato GIANSANTI che non ha dimenticato di citare “i vantaggi successivamente assicurati dalla creazione del mercato unico e dal varo dell’euro che ha consentito di piegare l’inflazione e ridurre i costi di gestione del debito pubblico”. “con la partecipazione all’allora comunita’ economica europea, gli agricoltori italiani si trovarono di fronte anche ad una sfida complicata: quella dell’apertura dei mercati e dell’inserimento dei nostri prodotti nei flussi del commercio internazionale. il confronto risulto’ inizialmente difficile. tuttavia, ancora una volta, i nostri agricoltori reagirono, guardando al futuro, attrezzandosi per cogliere le opportunita’ che si delineavano. l’agroalimentare e’ un vanto per l’italia intera. per un paese, come il nostro, strutturalmente non autosufficiente per i consumi alimentari, l’apertura dei mercati sulla base di regole condivise a livello multilaterale e’ una condizione imprescindibile”, ha asserito il presidente di confagricoltura. GIANSANTI ha ribadito che “il protezionismo e’ contrario alla nostra visione ed ai nostri interessi, anche se sui mercati aperti vanno assicurate condizioni di reciprocita’ in materia di sicurezza alimentare e di rispetto degli standard produttivi, protezione del lavoro e delle risorse naturali. gli accordi commerciali sottoscritti dalla commissione europea devono diventare lo strumento per un cambiamento del modello produttivo mondiale, soprattutto nel quadro della transizione ecologica. la sostenibilita’ ambientale impone una dimensione globale. il multilateralismo non e’ solo un sistema di regole per la gestione degli scambi commerciali. e’ un sistema da salvaguardare con la massima cura, tanto piu’ in una fase di instabilita’, come quella attuale, che vede prevalere i rapporti di forza sulla ricerca di soluzioni condivise e vantaggiose per tutti. come ha sottolineato il presidente della repubblica nel suo discorso lo scorso anno al forum dell’istituto per gli studi di politica internazionale….il multilateralismo prevalente dal 1950 ad oggi, ha fatto aumentare di quattro volte il reddito medio annuale pro capite della popolazione mondiale”. un passaggio della sua relazione GIANSANTI lo ha dedicato all’iniziativa privata e al richiamo che ne fa l’articolo 41 della costituzione. “pur nel rispetto delle esigenze generali” l’iniziativa privata “costituisce per il nostro mondo, non solo lo strumento per affermare la liberta’ dell’individuo, ma anche e soprattutto il mezzo per assicurare un solido progresso morale e sociale alla nostra comunita’ nazionale”, ha affermato il presidente nel ricordare “che questi valori costituzionali sono scolpiti nel nostro statuto”. i principi essenziali del nostro “agire” sindacale” si concentrano sull’ “efficienza delle imprese per esprimere una competitivita’ sempre piu’ avanzata; orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche; lo stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in italia e a livello internazionale. ma la responsabilita’ degli imprenditori non si esaurisce all’interno delle strutture produttive e sui mercati”, ha spiegato il presidente di confagricoltura. “i fatti hanno dimostrato che l’italia puo’ fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui i nostri associati costituiscono una componente essenziale….adesso e’ necessario dare supporto alle imprese, per metterle in condizione di continuare a far crescere competitivita’ e produzione. e’ un impegno certamente difficile. dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano”, ha affermato GIANSANTI che, riguardo al recovery fund, ha precisato “sta ora a noi impiegare quelle ingenti risorse con la massima efficacia, senza ritardi, per sanare le carenze di fondo che hanno frenato la crescita economica da oltre un decennio” superando “le diversita’ di indirizzi che spesso caratterizzano il rapporto stato e regioni, assicurando maggiore efficienza al sistema e una piu’ equa distribuzione delle risorse disponibili”. “la nostra ambizione va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia”….. abbiamo l’occasione e le risorse finanziarie per realizzare un’opera di ricostruzione di portata analoga a quella che fece seguito alla conclusione della seconda guerra mondiale”, ha concluso. a questo riguardo – ha assicurato – “la confagricoltura fara’ la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte”. a suo parere, infatti, “il settore agroalimentare puo’ dare un significativo contributo ad una nuova fase di sviluppo economico e sociale. un balzo in avanti del 25% della produzione lorda vendibile dell’agricoltura e’ nelle nostre possibilita’”, ha assicurato. “coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, e’ una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono” perche’ “investendo sui giovani, il nostro paese si assicura un futuro”, ha detto in conclusione GIANSANTI.