(riproduzione riservata)
“i pescatori della toscana vengono puntualmente tagliati fuori dal business internazionale del tonno rosso del mediterraneo, costretti a rinunciare a un introito di oltre 100mila euro all’anno”, afferma un comunicato di fedagripesca di confcooperative toscana. “nessuna delle 600 imbarcazioni professionali che lavorano nell’arcipelago toscano ha la licenza per pescare questa preziosa specie, strapagata e soprattutto assorbita quasi totalmente dal mercato giapponese, come e’ stato recentemente raccontato in un reportage del quotidiano la repubblica”, spiega il referente dell’associazione di categoria, andrea BARTOLI, nel sottolineare che “l’unica possibilita’ che potrebbero avere sarebbe quella di ricorrere alla cosiddetta ‘pesca accessoria’, ovvero la quota di tonno che ogni anno viene concessa alle barche non autorizzate. quest’anno, per esempio, ammontava a 250 tonnellate”. “il condizionale, pero’, e’ d’obbligo visto che quando i tonni rossi, migrando, arrivano nel mare toscano, la quota in questione e’ gia’ stata ampiamente esaurita dalle marinerie del sud italia”, spiega il comunicato. “eppure, nei mesi di luglio e agosto il tirreno e’ ricchissimo di tonno rosso”, precisa il comunicato, che afferma: “e non sono pochi gli esemplari che finiscono nei palangari delle barche che pescano il pesce spada o nelle reti di circuizione dei pescherecci che si dedicano ad acciughe e sardine, di cui i tonni si nutrono”. “a quel punto, pero’, i nostri pescatori sono costretti a ributtare in mare il tonno catturato, vivo o morto che sia”, evidenzia il comunicato. “il danno e’ duplice: ambientale ed economico”, afferma BARTOLI, che sottolinea: “da due mesi le nostre barche ributtano in mare i tonni pescati perche’ il regolamento vieta loro di sbarcare il pesce, cioe’ di portarlo a terra e venderlo”. “si calcola che ogni estate vengono pescati inutilmente circa 10 esemplari”, aggiunge BARTOLI. “i pescherecci toscani che potrebbero beneficiare della pesca del tonno rosso sono una cinquantina, per un totale di 200 membri negli equipaggi”, spiega il comunicato, nel precisare che “si tratta di piccole realta’ artigianali, concentrate soprattutto nella zona del’isola d’elba, che solitamente vendono il pescato direttamente al consumatore”. “un chilo di tonno rosso viene venduto a 25 euro al chilo. considerando che questi pesci pesano tra i 50 e i 400 chili, il calcolo del giro d’affari perduto e’ rapido”, afferma il comunicato, nel sottolineare che “la soluzione per bloccare lo scempio ambientale e per garantire anche ai pescatori professionali una fonte di reddito ci sarebbe”. “da anni stiamo chiedendo al ministero delle politiche agricole una modifica ai regolamenti e alla regione toscana un supporto concreto in questa battaglia”, conclude BARTOLI, che spiega: “sarebbe sufficiente suddividere la quota della pesca accessoria su base regionale, anziche’ stabilire una quota nazionale come avviene adesso. in questo modo anche la toscana avrebbe accesso alla pesca del tonno rosso. ma nessuno, per il momento, ci ha ascoltati”.