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“e’ stato presentato sul canale youtube ital tv l’osservatorio sul mondo agricolo enpaia-censis con il primo rapporto dal titolo ‘il valore dell’agricoltura per l’economia e la societa’ italiana post covid-19′”, rende noto un comunicato congiunto enpaia-censis, nel precisare che “l’obiettivo della ricerca e’ quello di raccontare il valore economico e sociale dell’agricoltura nelle sfide complesse del post covid-19 e capire se questo settore puo’ rappresentare uno dei motori di crescita nel paese e favorire il rilancio dell’occupazione”. “dal rapporto dell’osservatorio, avviato prima dell’emergenza sanitaria, emerge la convinzione da parte degli italiani che l’agricoltura non e’ piu’ il mondo residuale che l’ha caratterizzata in passato e all’arrivo della pandemia si dimostra in buona salute, dinamica e vitale, strategica per l’economia italiana, il turismo e lo sviluppo occupazionale tra i giovani”, evidenzia il comunicato, che precisa: “un mondo di 732 mila imprese attive, quasi 900 mila addetti, 44 miliardi di euro di export con +26,2% reale nel 2014-2019 (+15,9% del totale economia)”. “in particolare, il 96,1% degli italiani reputa l’agricoltura importante per l’economia italiana, l’86,5% la considera fonte essenziale di posti di lavoro e il 90,9% la ritiene utile per la promozione e l’attrattivita’ turistica dei territori”, rileva il comunicato. “l’elevata social reputation dell’agricoltura tra gli italiani li porta ad avere alte aspettative sul suo ruolo nel dopo covid-19. infatti, secondo l’89,2% degli italiani si tratta di un settore produttivo che, grazie all’attivita’ di imprese e agriturismi offre ampi margini di crescita e ripresa economica”, afferma il comunicato, che evidenzia: “basti pensare al ruolo attivo ed essenziale avuto nel periodo di lockdown nel garantire i rifornimenti alimentari agli italiani costretti a rimanere chiusi in casa”. “buone prospettive, poi, anche sul fronte della creazione di nuova occupazione: per l’87,9% degli italiani nel post covid-19 l’agricoltura sara’ motore per la creazione di nuovi posti di lavoro e di opportunita’ di fare impresa, anche per i giovani. la pensano cosi’ l’87,5% dei residenti nel nord-ovest, l’88,2% nel nord-est, l’85,6% nel centro e l’89,5% nel sud-isole”, continua il comunicato. “la pandemia ha generato una crisi sociale senza precedenti e con il lockdown gli italiani hanno dovuto far fronte a una disponibilita’ economica che si e’ gravemente ridimensionata”, sottolinea il comunicato, che spiega: “ad oggi, il 45% di loro dispone di cash per restare a galla solo per tre mesi, acquistando prodotti essenziali e pagando debiti ineludibili. sono 7,5 milioni le persone che nell’emergenza sanitaria hanno chiesto e ottenuto aiuto economico da familiari o amici. inoltre, 1 milione di italiani ha subito un calo del 50% dei propri redditi e pensa di ritrovarsi con zero risorse entro un anno”. “il blocco delle attivita’ di somministrazione durante il periodo di permanenza forzata a casa, rileva l’osservatorio, ha prodotto il crollo della spesa per alberghi, ristorazione, esercizi pubblici, con un -34 miliardi di spesa stimati a fine anno (-40% reale su base annua), parzialmente ammortizzati dall’incremento atteso di circa 10 miliardi di euro (-6 % reale) della spesa per consumi domestici. il saldo negativo finale e’ comunque un colossale -24 miliardi a fine anno (-10% reale)”, evidenzia il comunicato. “il post covid-19 ha cosi’ generato nuove abitudini nel rapporto con il cibo e i consumi alimentari”, afferma il comunicato, che riporta: “gli italiani hanno cominciato a risparmiare di piu’, ricorrendo ai discount (+18%) e agli ipermercati (+3%) ed e’ cresciuta l’attenzione sociale al cibo, con il 25% degli italiani (41,8% tra i 25-34enni) che ha dedicato piu’ tempo a colazione, pranzo e cena, ed il 32% che vi ha dedicato piu’ tempo del solito, con quote analoghe tra maschi e femmine. di particolare interesse, l’incremento di attenzione sociale per cibo e cucina dei millennial, inclusi i maschi”. “in questa situazione di emergenza, secondo l’osservatorio, nel post covid emerge un nuovo importante ruolo dei prodotti ‘made in italy’: il 91% e’ pronto ad acquistare piu’ alimenti di produzione italiana, dal vino ai formaggi, per la qualita’, per la sicurezza e per solidarieta’ ai nostri agricoltori”, sottolinea il comunicato, che aggiunge: “rivalutata, inoltre, anche la necessita’ di una maggiore trasparenza: l’89% degli italiani puntera’ su alimenti la cui etichetta rende evidente origine, ingredienti, lavorazione, cioe’ prodotti con una tracciabilita’ trasparente”. “lo faranno di piu’ millennial (86,7%), laureati (86,3%) e bassi redditi (94,6%), e in ogni caso la tracciabilita’ si imporra’ sempre piu’ come criterio regolatore generale dei nuovi consumi alimentari”, precisa il comunicato. secondo giuseppe DE RITA, presidente del censis: “il covid-19 e’ stato un importante stress test anche per l’agricoltura, che veniva da un lungo periodo positivo di rigenerazione in cui si e’ imposta come traino della filiera del cibo. anche nel clima di paura e incertezza del post covid, l’agricoltura resta strategica per creare nuove imprese e occupazione aggiuntiva. dovra’ pero’ fare i conti con consumatori molto cauti nella spesa, che non transigono su qualita’ e sicurezza dei prodotti”. per il presidente di enpaia, giorgio PIAZZA: “l’osservatorio enpaia-censis si pone come riferimento della filiera del cibo e vuole rendere evidente a tutti il valore dell’agricoltura e dei suoi protagonisti. i dati emersi rafforzano una tendenza positiva del comparto agricolo che e’ un settore fondamentale e strategico del nostro sistema-paese. l’agricoltura italiana, infatti, ha un valore aggiunto molto alto, il secondo in europa con 34,6 miliardi di euro, ed esprime una classe imprenditoriale capace di fare investimenti e produrre cibo di qualita’”. e’ possibile rivedere la presentazione al seguente link https://bit.ly/2Cw8mMN.