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“il governo ha fatto uno sforzo enorme per gestire e contenere la crisi economica e occupazionale stanziando risorse importanti, ma solo una parte dei provvedimenti ha avuto per ora una ricaduta sul territorio. e’ un gap difficile da colmare ma tutti insieme dobbiamo farlo riuscendo a unire il decidere al fare”, ha affermato il presidente dell’anbi francesco VINCENZI, aprendo i lavori della prima giornata dell’assemblea dell’associazione dei consorzi di bonifica, che si concludera’ domani con l’intervento della ministra delle politiche agricole teresa BELLANOVA. oggi sono intervenuti i sottosegretari roberto MORASSUT (ambiente), salvatore MARGIOTTA (infrastrutture), giuseppe L’ABBATE (agricoltura); il presidente della commissione agricoltura del senato giampaolo VALLARDI (lega), il capo dipartimento del ministero delle politiche agricole giuseppe BLASI e il direttore generale dighe del ministero delle infrastrutture angelica CATALANO; il presidente di confagricoltura massimiliano GIANSANTI, giovanni DAGHETTA, della giunta della cia-agricoltori italiani, fabrizio CURCIO capo dipartimento casa italia della presidenza del consiglio dei ministri e il direttore generale dello svimez luca BIANCHI. tutti hanno concordemente riconosciuto il ruolo essenziale svolto dai consorzi di bonifica anche e soprattutto in tema di sussidiarieta’. in particolare MORASSUT ha evocato “il ruolo antichissimo dei consorzi che “sono un tratto italiano di un paese speciale e servono alle istituzioni per avere il polso della situazione esprimendo grande capacita’ tecnica”. nel corso del confronto e’ intervenuto anche il segretario generale dell’anbi massimo GARGANO. tutti gli interventi si sono concentrati sul nodo cruciale che riguarda l’esecuzione delle opere e sul rapporto spesso non fluido tra il decisore politico e l’esecutore amministrativo. la sostanza del confronto e’ molto semplice: le cose che si possono fare vanno fatte considerando che i soldi a disposizione, seppure largamente non sufficienti, ci sono. a questo proposito CATALANO ha reso noto che sono a disposizione 850 milioni di euro per opere incompiute per i prossimi dieci anni a fronte di un fabbisogno di 20 miliardi (10 per nuovi invasi e 10 per acquedotti) mentre il sottosegretario MARGIOTTA ha affermato che sono a disposizione dal ministero delle infrastrutture 1,6 miliardi di euro. critiche alla pubblica amministrazione sono venute da MARGIOTTA secondo cui “il decreto semplificazioni di questa notte consente velocita’ â¦ma poi bisogna vedere se la pubblica amministrazione risponde”. anche MORASSUT sebbene meno esplicitamente ha sollevato qualche dubbio. GARGANO e VALLARDI, hanno preso le difesa della parte piu’ attiva della pubblica amministrazione ma lo stesso capo dipartimento del mipaaf BLASI, che pure ha dato conto di significativi passi avanti compiuti dopo il 2015 in ordine alla approvazione di progetti e di quanto e’ stato fatto nei mesi del lock down per sostenere i progetti, ha implicitamente ammesso le carenze da altri evocate esortando la politica a investire in modo significativo sulla pubblica amministrazione per poter gestire seriamente le risorse del recovery fund, che vanno spese entro il 2024 e quelle per la nuova pac. “abbiamo troppe opere incompiute che sono un lusso che il paese non puo’ permettersi ha ribadito per l’ennesima volta VINCENZI, ricordando che con i 3800 progetti messi a punto dai consorzi di bonifica, per una cifra complessiva di 11 miliardi di euro avrebbero lavoro 54 mila persone contribuendo a fronteggiare gli effetti della crisi scatenata dal covid 19. ” non basta tornare alla normalita’ ma e’ necessario fare di piu’ e il decreto semplificazione con l’annesso elenco di opere prioritarie sono due circostanze che potrebbero essere di impulso”, ha sostenuto il sottosegretario MARGIOTTA auspicando che il capitolo che riguarda le infrastrutture idriche abbia un ruolo centrale nella strategia del governo. anche CATALANO ha parlato di attese positive rispetto alle norme del dl semplificazioni soprattutto in ordine alla valutazione di impatto ambientale (via). “il problema e’ far bene le cose a livello amministrativo”, ha insisitito MORASSUT a giudizio del quale non solo sono “necessarie piu’ risorse” ma vanno fatte “camminare piu’ velocemente”. il presidente della confagricoltura GIANSANTI ha ribadito quanto il tema delle risorse idriche sia vitale per l’agricoltura sottolineando, a proposito delle questioni che riguardano la semplificazione amministrative, che il primo passo dovrebbe essere “la cancellazione dal dell’agricoltura dal titolo quinto della costituzione”, che demanda alle regioni le competenze sul primario. d’altra parte non e’ stato soltanto GIANSANTI a evocare le criticita’ che conseguono al ruolo delle regioni. riferendosi alle risorse idriche lo ha fatto anche BIANCHI che ha sollecitato anche un confronto per affrontare e risolvere il problema della gestione dei servizi idrici nel mezzogiorno. fabrizio CURCIO ex capo dipartimento della protezione civile e’ tornato sul tema dei rapporti tra indirizzo politico e fattibilita’ tecnica sottolineando quanto sia necessario lavorare sul metodo affinche la politica si impegni nel dare continuita’ alle proprie scelte. “bisogna essere ottimisti. non dobbiamo e non possiamo perdere le opportunita’ del decreto semplificazioni”, ha sottolineato il sottosegretario L’ABBATE al quale GARGANO ha rivolto parole di elogio per il coraggio dimostrato in alcune scelte riguardanti la gestione dell’acuqa per uso agricolo nel mezzogiorno. e’ opportuno pensare in grande”, ha sostenuto DAGHETTA. a suo parere in questa fase si aprono strade fondamentali per mettere in sicurezza il paese. non tutti gli intervenuti hanno mostrato di avere le stesse attese nei confronti del governo CONTE. il presidente della commissione agricoltura del senato VALLARDI, pur con toni lievi, ha ribadito la nulla fiducia che il suo partito nutre nei confronti delle strategie di palazzo chigi pur assicurando che “per quanto sia possibile noi ci siamo perche’ il paese ne ha bisogno”.