Di Letizia Martirano
In questa intervista il presidente della Coldiretti Ettore Prandini fa il punto sui riflessi che l’emergenza sanitaria in cui si trova il nostro paese ha sulle filiere agroalimentari. Emergenza alla quale la sua organizzazione ha scelto di rispondere – con la consueta prontezza – attraverso la campagna #mangiaItaliano e la mobilitazione dei mercati di campagna amica. “Sono a Roma da parecchi giorni perché non posso tornare a casa a Milano e ieri, a pranzo, al ristorante ero solo. L’assenza di clienti si ripercuote sulla filiera produttive perché noi veicoliamo molta parte delle nostre produzioni attraverso la ristorazione”, osserva…..
I ristoranti pero’ fanno consegne a domicilio e si compra piu’ cibo nei negozi e nella gdo….
Certo ci sono risposte parziali, come la consegna a casa o i picchi di acquisti nei supermercati ma non è lo stesso. Il sistema horeca dei bar e dei ristoranti e gli agriturismi sono fermi e c’e’ crisi nel settore vitivinicolo, che vede bloccati 60-65 per cento degli ordini. E’ chiaro che recupereremo, ma il danno c‘e’.
Alla luce delle restrizioni della socialita’ la zona rossa estesa a tutta Italia e’ una decisione corretta secondo lei?
La zona rossa estesa a tutto il paese è giusta e, se fosse stato per me, andava fatta all’inizio perché, come insegna la Cina, solo con i comportamenti virtuosi ne usciamo. La fortuna nella sfortuna e che l’inizio dell’epidemia sia capitata in una regione con una sanità pubblica efficiente nonostante sia la regione che da sola ha quasi un decimo della popolazione italiana, il che spiega la diffusione del virus.
Quali sono le sue preoccupazioni piu’ urgenti?
La cosa alla quale bisogna stare attenti e l’ ho detto ieri in un incontro via skype con la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova, è che non ci siano regioni che fanno provvedimenti difformi dalle indicazioni del governo. Credo che comunque la questione sia superata proprio dall’ estensione a tutta l’Italia delle stesse norme e dunque non è prevista quarantena per i trasportatori di merci.
Il cibo puo’scarseggiare?
Il prodotto farmaceutico e quello agroalimentare sono basilari per la tranquillità e la serenità della popolazione e per fortuna il nostro sistema produttivo agroalimentare è in forma. Produciamo il 6% in piu’ rispetto al 2019, con ovvi riflessi positivi sulla trasformazione. Percio’ se c’è una cosa di cui non aver paura e che scarseggi il cibo. A preoccuparci sono piuttosto alcuni tentavi di speculare a danno degli agricoltori e degli allevatori.
Cosa chiede la Coldiretti per gli agricoltori?
Abbiamo elaborato un piano integrato per affrontare una emergenza straordinaria. chiediamo la collaborazione di tutta la filiera a partire dalla distribuzione per sostenere il made in italy . Inoltre nelle prossime settimane ci vorranno campagne di promozione anche sui mercati esteri tenuto conto che l’agroalimentare è centrale per la nostra economia.
Si puo’ fare qualcosa sul fronte interno?
Molto. Mi piacerebbe che la distribuzione, sia la grande sia la piccola, contribuisca responsabilmente ad acquistare prodotti italiani. Non abbiamo bisogno di frutta proveniente dal Marocco o dalla Spagna né di mozzarelle lituane. La distribuzione dovrebbe verificare richiedere la provenienza italiana.
Ne ha parlato con l’ad di Conad Pugliese?
No ma in genere siamo d’accordo. Il problema vero sono le altre catene distributive, anche i discount.
Di cosa ci sara’ bisogno nel medio-lungo periodo sul fronte della politica economica che, ricordiamolo, per l’agricoltura ha una dimensione europea?
Deve esserci una particolare attenzione alla futura Pac. Se qualcuno aveva in mente di fare tagli, questo è impensabile, soprattutto in paesi come Italia, Spagna e Francia, colpiti dal virus ed è fondamentale che la dotazione della Pac rimanga invariata, perche’ rappresentera’ un sostegno imprescindibile per le aziende.