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il caporalato e’ un fenomeno consustanziale che va affrontato con modalita’ di sistema, ha affermato il presidente della la fondazione ‘osservatorio agromafie’, gian carlo CASELLI annuciando oggi, ne corso di un incontro in coldiretti, una proposta per contrastare il caporalato nel lavoro. scopo di questa proposta e’ migliorare la disciplina e la gestione del lavoro stagionale, al fine di assicurare condizioni di lavoro dignitose e legali, e, al tempo stesso, di consentire alle imprese agricole di sostenere la concorrenza internazionale.all’incontro hanno preso parte i ministri degli esteri luigi DI MAIO, dell’interno luciana LAMORGESE, dell’agricoltura teresa BELLANOVA, del lavoro nunzia CATALFO, della giustizia alfonso BONAFEDE, enzo BIANCO, presidente del consiglio nazionale dell’anci . ques’ultimo ha annunciato che nel prossimo consiglio dei minstri portera’ un disegno di legge su nuove norme i materia di illeciti agroalimentari. dal canto suo la ministro BELLANOVA presentera’, nell’ambito dell’imminente collegato agricolo, una norma sull’aggiornamento della rete del lavoro agricolo di qualita’. “flussi piu’ consistenti potrebbero contrastare il fenomeno” del caporalato ha detto la responsabile del viminale LAMORGESE sottolinenando il fatto che e’ necessario agire prima sulla leva economica che su quella penale per fronteggiare situazioni che affondano anche in modelli culturali arcaici. giovedi prossimo la ministro del lavoro CATALFO presidera’ il tavolo sul caporalato dove presentera’ un piano ai partecipanti. nel corso dell’incontro il ministro DI MAIO ha ndicato le azioni che il ministero dgli esteri mette in campo non tralasciando di far sapere che per quanto concerne l’emergenza coronavirus e’ prevista una riunione con gli stakeholder per “ricalibrare il piano di promozione del made in italy”. i lavori sono stati conclusi dal presidente di coldiretti ettore PRANDINI che ha ricordato ai presenti quanto la sua organizzazione ha fatto per dare dignita’ all’agricoltura ma che il caporalato rimane un neo doloroso. molto fiducia nella svolta che il testo presentato puo’ rappresentare, e’ stata espressa dal segretario generale della coldiretti enzo GESMUNDO. BIANCO, ha parlato di un lavoro molto coinvolgente ricordando il lavoro fatto come ministro degli interni e la scelta di giorgio NAPOLITANO di intodurre vent anni fa le quote di ingresso. il disegno di legge nasce da una riflessione congiunta, coordinata da giovanni SALVI, procuratore generale della cassazione, “per affrontare in maniera concreta la situazione di grave vulnerabilita’ e marginalita’ nella quale versa un segmento consistente di cittadini stranieri oggi a rischio di grave sfruttamento lavorativo in ambito agricolo; sfruttamento che si riflette sulla competitivita’ delle imprese che rispettano le regole e sulle condizioni di lavoro anche del non migrante”. “una proposta sostenibile, coerente ed innovativa che vuole innanzitutto avvalersi degli strumenti previsti nell’attuale ordinamento, della collaborazione interistituzionale e del coinvolgimento diretto delle associazioni datoriali e dei lavoratori”, sostengono coldiretti, anci e osservaotrio agromafie. la proposta e’ volta a: 1) rafforzare il sistema esistente utilizzando gli strumenti di programmazione e definizione delle quote di ingresso per lavoro stagionale e contribuire ad una definizione puntuale del fabbisogno di lavoro stagionale (non solo in agricoltura) attraverso una previsione specifica di fabbisogno per aree determinate e collegarlo ad altre richieste di lavoro stagionale, nella stessa area o in aree vicine, in maniera da assicurare una continuita’ del rapporto lavorativo del dipendente stagionale; 2) far emergere le situazione di marginalita’ (irregolarita’) e lavoro nero partendo dalle principali situazioni di vulnerabilita’ e precarieta’ attualmente riscontrate e che riguardano i lavoratori in agricoltura che versano in condizioni di irregolarita’ amministrativa e coloro i quali da anni presenti e attivi nel nostro paese in qualita’ di richiedenti asilo si ritrovano, in qualita’ di diniegati o in assenza di rinnovo del titolo di soggiorno per motivi umanitari, in una situazione di strutturale precarieta’ e potenziale ricattabilita’; in questo caso si tratterebbe di prevedere strumenti di emersione su base individuale, diversi dai provvedimenti straordinari di regolarizzazione generalizzata (cd. sanatorie), come ad esempio: – regolarizzazione ad personam temporanea e condizionata attraverso l’introduzione nel tu sull’immigrazione di un permesso di soggiorno per lavoro stagionale per i migranti irregolari in agricoltura che consenta di avviare al lavoro il migrante irregolare, individuato attraverso l’intermediazione delle associazioni di categoria per il lavoro stagionale e che accetti la condizione di ritorno al paese di origine al termine del periodo massimo di lavoro (9 mesi) ma con la possibilita’ di ottenere il visto di ingresso per successivi periodi analoghi e anche per piu’ annualita’ come la normativa attuale prevede; 3) promuovere interventi atti a contrastare la presenza del caporalato e volti a sostenere i lavoratori stagionali in varie sfere (dal trasporto all’alloggio) da realizzarsi sotto la regia dell’ente locale e con il supporto delle realta’ del terzo settore; tra gli interventi realizzabili: l’accompagnamento all’inserimento abitativo (temporaneo) per i lavoratori stagionali in agricoltura attraverso l’accoglienza diffusa in appartamenti; lo sviluppo di progetti di rigenerazione urbana, realizzando interventi innovativi di social housing in cui i servizi abitativi divengono parte integrante delle politiche sociali – complementarieta’ tra sicurezza, solidarieta’, coesione sociale e lavoro; pianificazione dei trasporti, orientamento ai servizi.