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“in occasione del tavolo oleicolo nazionale, tenutosi lo scorso 4 dicembre presso il mipaaf, il presidente di ceq italia, maria grazia MINISCI, ha colto in primis l’opportunita’ per ringraziare e complimentarsi con la ministra teresa BELLANOVA per l’approccio positivo e pragmatico dimostrato nella volonta’ di risoluzione dei problemi del settore olivicolo, oleario nazionale”, afferma il ceq italia in un comunicato stampa. “il presidente ha sottolineato l’urgenza di dare una risposta all’attuale crisi nazionale del settore, crisi strutturale iniziata da tempo e imputabile a diversi fattori: mancata attenzione in termini di innovazione e ammodernamento degli impianti olivicoli da una parte e convinzione, da parte degli attori della filiera, che il sistema olivicolo italiano sia, per antonomasia, detentore di un primato mondiale dall’altra; una sorta di rendita dettata dall’ascendente che il made in italy riesce a vantare nel mondo, ma che nel settore olivicolo deve necessariamente essere ricontestualizzata rispetto alla realta’ internazionale profondamente mutata negli anni”, sottolinea ceq italia. “con la globalizzazione e gli investimenti olivicoli fatti dagli altri paesi, attori un tempo emergenti sono oggi divenuti protagonisti della scena; i paesi del bacino del mediterraneo possono produrre oli di qualita’ e con buone probabilita’, a costi inferiori di quelli italiani. quale la strada da percorrere allora come paese italia? il presidente ha illustrato il cammino intrapreso gia’ da molti anni da ceq italia, un percorso che punta a differenziare il prodotto extra vergine attraverso un disciplinare di qualita’ restrittivo, capace di valorizzare le proprieta’ nutraceutiche e sensoriali, ufficialmente riconosciuto e protetto”, precisa ceq. “si stratta di parametri alla portata dei nostri eccellenti produttori in alcuni areali del paese e raggiungibili nel breve periodo per altri, li’ dove la creazione di valore indurra’ altri produttori ad aderire; l’italia deve necessariamente mantenere il primato sulla qualita’, perche’ questa e’ l’immagine che il mondo si aspetta e che rappresenta il normale prosieguo di una parabola ascendente in termini di conoscenza, impegno, professionalita’ e passione della filiera; la creazione di valore rispetto al riconoscimento di un extravergine di oliva di alta qualita’, il riconoscimento di una vera eccellenza italiana, che leghi la qualita’ intrinseca dell’olio extravergine in termini di valori nutraceutici, salutistici, di piacevolezza al gusto a qualita’ estrinseche legate alla tutela del paesaggio, alla creazione di beni ambientali, al valore sociale del lavoro di questo comparto”, osserva il presidente. “abbiamo pertanto il dovere di innovare prima degli altri paesi dando vita ad una fascia alta di extra vergini, da caratterizzare e differenziare soprattutto nel rispetto dei consumatori ed attraverso la formazione e la conoscenza, dando importanza alle fasi di produzione, conservazione ed offerta sul mercato nella vendita e nella ristorazione”, precisa ceq italia. “per ceq italia, la ricerca e l’innovazione sono gli asset che vanno rimessi in cima alla lista delle priorita’ per il settore se vogliamo mantenere un presidio sull’alta qualita’, presidio che non va certo confuso con un lifting della categoria nella restrizione della sola acidita’ a 0,5 ma che deve necessariamente rivoluzionare l’obiettivo produttivo di un paese rispetto al vero valore del prodotto”, conclude ceq italia.